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Portare l’Italia in Europa

Michele Schiavone

Non esiste una sola emigrazione.

In Europa vivono oggi centinaia di migliaia di italiani. Sono l'espressione di fenomeni migratori diversi, che hanno accompagnato le diverse fasi di sviluppo del nostro paese. Ciascuno di questi fenomeni migratori ha espresso ed esprime bisogni e aspirazioni particolari: ciascuno di questi italiani merita di avere una risposta ai propri bisogni e un'opportunità per le proprie aspirazioni. Tutti noi siamo una risorsa per l'Italia ed un futuro per l'Europa dei cittadini e delle culture. Nella prossima legislatura dobbiamo
lavorare affinchè queste nostre convinzioni si realizzino.
Possiamo farlo: dobbiamo unire la nostra emigrazione, così come dobbiamo unire il nostro Paese per renderli protagonisti creando le condizioni per un progresso comune in un mondo più sostenibile e più giusto.
L'emigrazione “storica”: servizi e sicurezza
Gli italiani, che sono partiti dal nostro Paese nei decenni passati, per cercare lavoro e speranza all'estero, sono l'orgoglio dell'Italia. Affrontando molteplici avversità, e a volte vessazioni e ostilità, sono stati i migliori ambasciatori della tenacia, del lavoro e dell' onestà degli italiani. La loro capacità di integrarsi e di guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione nei paesi che li hanno accolti non ha diminuito il loro attaccamento all'Italia. Oggi costituiscono il rifermento storico per le nuove generazioni, sono gli ispiratori di politiche migratorie “dal volto umano”. Queste storie meritano di essere studiate nelle scuole pubbliche italiane affinchè le giovani generazioni traggano insegnamenti e curino le proprie origini.
Per dar loro dignità e far affermare il diritto di cittadinanza compiuta, siamo stati noi ad approvare con il centrosinistra la legge sul voto degli italiani all'estero. Mentre altri mettono ora in discussione questo diritto, noi promuoviamo una riforma dei Comites ed un rinnovamento del CGIE quali importanti organi di rappresentanza degli italiani all'estero, che devono essere adeguati alle esigenze dell'oggi per costruire il futuro degli italiani nel mondo. Vogliamo che gli italiani all'estero abbiano i servizi consolari ed amministrativi a cui hanno diritto: i migliori possibili erogati da funzionari assunti in loco.
Abbiamo bisogno dell'esperienza e della sensibilità di chi e' emigrato in condizioni difficili, perché ci aiuti a capire come gestire i flussi migratori che oggi vedono l' Italia come paese ospitante. L'esperienza dei nostri padri ci deve aiutare a capire come trattare con dignità e rispetto coloro che, come è successo loro tanti anni fa, ora vengono in Italia a cercare una vita migliore.
Le seconde generazioni: il futuro dell'Italia
La migliore prova della capacità di integrazione dei nostri connazionali all' estero sono i loro figli. Giovani che sono a pieno titolo cittadini del paese in cui sono nati, che ne parlano la lingua e ne praticano i costumi, ma che non dimenticano le loro radici. Giovani che si distinguono nello studio e nel lavoro, che partecipano alla vita politica e sociale, che sono protagonisti delle loro vite. Le giovani generazioni di italiani all'estero costituiscono il futuro del nostro paese e di quelli dove risiedono. Oggi moltissimi di loro sono riusciti ad affermarsi nel mondo dello sport, dell'economia, della politica, della cultura ed in particolare creando piccole e medie imprese. Queste professionalità dovranno essere messe in rete per creare sistema con il nostro paese, dovranno parlarsi e far incontrare le proprie esperienze con quelle dei loro partner in Italia ed in Europa.
Dobbiamo fare in modo che questi autentici cittadini europei possano godere appieno dei loro diritti politici e civili in un Europa, che non sia concepita solo per il suo dinamismo economico, ma che diventi la casa comune in cui trovano spazio, culture diverse e comune senso di appartenenza. Vogliamo che l'insegnamento della lingua italiana diventi un incontro con la parte più dinamica e innovativa della cultura d'origine, e non un rituale sterilizzato su programmi superati e obsoleti. Vogliamo fare in modo, anche con l'aiuto della tecnologia, che questi giovani riversino le loro esperienze e conoscenze per rendere migliore l'Italia. E facendo questo, rendano migliore anche il paese nel quale vivono.
La mobilità professionale: opportunità e talento
Imprenditori, manager, professionisti, artisti: si sente parlare italiano in tutti i centri di eccellenza del nostro continente e del mondo. I primi studenti che approfittarono del progetto Erasmus, agli inizi degli anni ottanta per fare un periodo di studio all'estero, confrontandosi con culture e conoscenze diverse da quelle nelle quali erano nati, hanno indicato la via della nuova integrazione della conoscenza; gli imprenditori che hanno scelto di stabilirsi all'estero hanno tratto vantaggio della progressiva liberalizzazione dei mercati e della libera circolazione delle persone; molti manager, artisti e professionisti nati fuori dall'Italia costituiscono un patrimonio incalcolabile per il nostro paese. Per tutti costoro, per questi italiani, la patria è l'Europa. In un'economia interconnessa, basata su reti e relazioni, questi italiani sono una risorsa straordinaria e unica per il nostro Paese.
Vogliamo favorire la loro mobilità nei fatti, facendo in modo che i titoli di studio siano riconosciuti ovunque, favorendo l'integrazione europea in termini di fiscalità, welfare e assistenza. Vogliamo fare in modo che per tutti gli italiani che si spostano anche per brevi periodi l'iscrizione all'AIRE si possa fare online, e non sia un percorso ad ostacoli burocratico. Vogliamo che, per le lavoratrici e i lavoratori che decidono liberamente di trasferirsi in Europa, i contratti come le forme di flessibilità professionali siano riconosciuti a livello europeo. Che il diritto del lavoro favorisca il lavoro delle donne e le doppie carriere nelle famiglie, e non penalizzi uno dei due partner come accade quando si cambia spesso residenza. Vogliamo un sistema dei diritti basato sulla residenza. Vogliamo più Europa.
I cervelli in fuga: la mobilità del sapere
L'accademia italiana produce talenti straordinari, che però trovano più facilmente modo di esprimersi all'estero che in Italia. Il nostro paese spreca in questo modo la materia prima più preziosa dell'economia globalizzata: la conoscenza. La conoscenza è la nuova frontiera dei diritti. E' necessario creare in Italia le condizioni affinché tra gli scienziati e i ricercatori, anche tra chi sceglie autonomamente di svolgere parte della sua carriera all'estero, abbia occasione di ritornare e portare la propria esperienza dentro il circuito italiano. Di fronte a questo sgretolamento vogliamo anche costituire un network degli accademici italiani all'estero, coinvolgendo consolati ed ambasciate affinché creino un database e favoriscano i contatti e gli scambi tra questi concittadini. Ma, soprattutto, vogliamo che chi va all' estero a produrre conoscenza lo faccia per scelta e non per obbligo.
Gli italiani in Svizzera: Il nostro avvenire
La nostra comunità è stata artefice dello sviluppo e della modernizzazione della Svizzera. Vogliamo che oltre ai riconoscimenti di merito in questo paese i nostri anziani possano sentirsi liberi di vivere la terza età senza affanno e vengano create condizioni di inclusione per non lasciarli soli, che i giovani possano avere opportunità di accedere agli studi accademici e professionali forti della conoscenza linguistica dell'italiano che deve diventare materia curriculare dentro il percorso formativo, che i doppi cittadini possano ambire alle carriere politiche ed in particolare che vengano sostenute le capacità di creare imprese nei diversi ambiti civili, sociali ed imprenditoriali.
Noi che viviamo in Svizzera dobbiamo diventare protagonisti di una presenza italiana in questo paese,
e contribuire a far maturare il processo di integrazione europeo

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