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Casini rispolvera l’orgoglio democristiano e rivendica “Io c’entro”

di Nunzia Auletta

L’Udc cerca di posizionarsi come il punto di incontro dei valori cattolici

Momento di protagonismo per PierFerdinando Casini, che da manifesti e cartelloni ci guarda in versione seria o sorridente per trasmettere il suo messaggio sui valori cattolici. Il leader dell’Udc, abbandonato il comfort della casa berlusconiana, si batte per ritagliarsi un suo spazio “di centro” tra Pd e Pdl. Battaglia resa ancora più difficile dalla campagna per il voto utile dell’ex alleato, che insiste nell’invitare gli elettori del centrodestra a non disperdere voti su Casini.
La scelta di comunicazione è semplice e diretta, Casini, merito della natura, la sua faccia la può e la sa usare, un’immagine attraente ed empatica che parla guardando dritto negli occhi l’elettore.
Per quanto riguarda il messaggio, è possibile identificare tre versioni che si susseguono. La prima incentrata nello slogan “I veri valori non sono in vendita”, è apparsa appena concretizzato il divorzio con Berlusconi, a voler sottolineare che la mancata incorporazione nel Partito del Popolo delle Libertà era stata un scelta di onestà ideologica e morale.
La seconda con diverse versioni – proposte, ha cavalcato i temi della sicurezza, delle famiglie e del merito: “E’ ora di un’Italia più sicura”; “E’ ora di aiutare le famiglie”; “E’ ora di premiare chi merita”. Manifesti e cartelloni con il messaggio a titolare, la faccia seria di Casini ed il logo dell’Udc (marchio Casini – scudo crociato – Udc, su sfondo rosso azzurro) e tagline “L’Italia di domani”. Sicuramente un messaggio che coglie la sensibilità dell’elettore su temi centrali. L’unica pecca quel “E’ ora di…” che si sposerebbe meglio con un nuovo soggetto politico, che con un uno che ha avuto responsabilità di governo o forte presenza in Parlamento negli ultimi 7 anni.
La terza versione, vede un Casini sorridente che afferma: “Forti delle nostre idee” e rispolvera il tagline già utilizzato nel 2006 , “Io c’entro”, gioco di parole che rivendica l’appartenenza ad un territorio che è diventato di confine nello spettro politico italiano.
Esiste anche una quarta versione che riprende elementi delle due precedenti con un nuovo logo coniato per le politiche in cui scompare l’Udc, sostituito da “Unione di Centro”, un possibile richiamo a quella Costituente di Centro, che dovrebbe nascere dalla riconciliazione con il trio Baccini-Tabacci-Pezzotta, promotori della Rosa Bianca, sfiorita prematuramente alle prime battute di campagna elettorale.
In generale, una campagna pulita nell’esecuzione, ma forse un po’ troppo nutrita nella quantità di messaggi che si vogliono traghettare, generando un certa confusione che è alimentata ulteriormente dalla forte presenza di manifesti e cartelloni, a testimonianza dell’importante sforzo finanziario dedicato alla campagna. Non bisogna però dimenticare che in comunicazione spesso dire di meno significa dire di più!
Una curiosità formale, tutti i messaggi sono chiusi da un punto. Che sia un eccesso di zelo grammaticale o un espediente per rafforzare con fermezza, anche grafica, la “forza delle idee”?(www.Agoramagazine.it)

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