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I laici per Grillini sindaco di Roma e il voto disgiunto

A Roma, nelle prossime elezioni comunali, si svolgerà un inconsueto esperimento politico. Proprio nella città che ospita il Vaticano si candida a sindaco Franco Grillini, protagonista delle più coerenti battaglie laiche in difesa di quei diritti civili così osteggiati dalle forze e clericali e presidente onorario dell’Arcigay. Nel frattempo i partiti della Sinistra arcobaleno e i radicali si sono accordati col candidato sindaco del Pd, Francesco Rutelli.
L’ex leader della Margherita è stato già sindaco di Roma e ha dato particolare prova di remissività e connivenza nei confronti degli interessi della Curia. D’altronde Rutelli è colui che si è fatto strumento di Ruini nell’allargare prima la Margherita e poi il Partito democratico alla componente fondamentalista dei teodem. Ci rincresce che, per puro o pportunismo politico, le nomenclature di partiti che pure hanno promosso o sono protagoniste di grandi battaglie laiche, fin dal primo turno, indichino come loro candidato questo campione del clericalismo.
Roma ha bisogno di un Sindaco laico, ma ancor di più ha necessità di chiarezza, di leale confronto tra le idee e tra i programmi. Non è con i pasticci, né con le false promesse che si può risollevare la Capitale.
La stessa storia della città ci ricorda, da una parte, come modello luminoso di buona amministrazione il laicissimo Ernesto Nathan e, dall’altra, come esempi scandalosi di malgoverno tutti i vari sindaci democristiani del “sacco di Roma”, portati in Campidoglio dalla gerar chia vaticana. Il neodemocristiano Rutelli non sarà meno remissivo rispetto al potere ecclesiastico e ai comitati d’affari a esso contigui, che soffocano da decenni lo sviluppo della Capitale. Far finta di illudersi del contrario fa parte dell’ipocrisia che sta uccidendo il centrosinistra e la sinistra italiana.
Roma può costituire un esempio di virtuosa unità di tutti i laici. Ci appelliamo quindi ai romani, che pure hanno deciso di votare secondo le loro appartenenze, dell’opportunità offerta dal “voto disgiunto” per scegliere sì la propria parte politica ma anche per affermare una considerevole presenza di laicità. Votando Grillini sindaco.

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