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IL MINISTRO D’ALEMA STRUMENTALIZZA LA POLITICA ESTERA

Con espressioni inusuali per un ministro degli Esteri, pronunciate per di più in una sede internazionale, Massimo D’Alema ha fatto strame dell’immagine dell’Italia in Europa. La disperazione di un politico che non ha più nulla da dire, e che si ritrova candidato al Parlamento solo per avere ottenuto una “deroga” rispetto alla statuto del suo partito, rischia di costare cara all’Italia. Riferendosi al centrodestra D’Alema usa aggettivi come “violento” e “sconsiderato” che non dovrebbero appartenere a un uomo che si vorrebbe misurato e investito della guida della nostra politica estera.
D’Alema ha offerto un’immagine piccola piccola dell’Italia. Scegliendo di fare campagna elettorale in una sede impropria come Bruxelles, ha confermato la sua scarsa sensibilità per le istituzioni e un uso – il suo, sì, violento – di un incarico di governo per denigrare la parte politica avversaria in sede internazionale. Con il suo linguaggio D’Alema si conferma più adatto alla compagnia di qualche sceicco e degli esponenti di Hamas, ma sicuramente poco adatto a frequentare le cancellerie europee o d’oltreoceano

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