di Enea Melandri
Il 5 marzo si è svolto l'ennesimo, totale, vergognoso ed irritante capitombolo politico dei “pannelliani”: Marco Pannella ed Emma Bonino hanno convocato d'urgenza una conferenza stampa, per, a dir loro, “importanti comunicazioni”.
Chi si aspettava un profondo e coerente ragionamento sulla difficile convivenza tra cattolici-timorati-di-Dio come la senatrice Binetti ed i laici-anticlericali della compagine radicale è rimasto deluso: argomento del comunicato era il mancato rispetto dei patti da parte del trasformistico schieramento veltroniano, che aveva garantito loro nove seggi nel futuro parlamento.
Quello andato in scena è stato uno spettacolo di “radicale” sputtanamento, di una stupida e capricciosa contesa per avere qualche sgabello in più. Questo episodio probabilmente segnerà la fine dell'avventura progressista dei pannelliani in Italia (alcuni topi stanno già abbandonando la barca) e che rischia di trascinare con sè le sorti dell'intero Partito Democratico. Non che credo ce ne sia bisogno. Quello che Veltroni va in giro sbandierando come il “nuovo”, inneggiando all'inizio di una nuova fase per la politica italiana, si sta rivelando solo un “nuovo”, torbido ed informe guazzabuglio in salsa democristiana. E' inammissibile l'idea di portare avanti allo stesso tempo le cause di imprenditori del calibro di Calearo, che applaudiva all'idea leghista dello sciopero fiscale, o di Ichino, che auspica la cancellazione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, con quelle delle migliaia di precari, sottopagati e senza tutele che affollano il nostro paese. Ed è altrettanto inammissibile voler far convivere il “pannellismo”, con le già citate posizioni filo-clericali all'interno del PD.
In un'itervista a Radio Radicale Walter Veltroni definiva proprio così il neonato Partito Democratico: un immenso calderone dove c'è posto per tutti. Un'improponibile zuppa politica agrodolce destinata ad irrancidire di qui a poco, aggiungo io.
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Politiche Sociali