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Alessandro Gafforio, direttore responsabile del Popolo della Libertà  del Perù

Il Messaggero Italo-Peruviano ha incontrato Alessandro Gafforio, direttore responsabile del Popolo della Libertà del Perù.

Qual'è l'obiettivo principale della PDL del Perù?
Vorremo far rinascere la comunità italiana in Perù, riorganizzando, soprattutto, l'ultima generazione d'italiani arrivati negli ultimi 15 anni, che non sono pienamente integrati con la nostra comunità, e ridarle un punto d'incontro per creare occasioni di sviluppo per le loro diverse attività commerciali e imprenditoriale, e favorire l'intercambio d'informazione di qualità. Il nostro obiettivo, insomma, è creare una “Casa Italia”, che non sarà la casa di qualcuno, ma sarà degli italiani che stanno qua. Moltissimi non si conoscono ed hanno grande attesa per la creazione di questa casa, per riunirsi e stare insieme. Per raggiungere questo obiettivo stiamo organizzando un grande meeting, che si svolgerà la prima settimana di aprile, in occasione dell'arrivo nel Perù della dott.sa Barbara Contini, la leader degli italiani “Azzurri nel mondo”, il cui sarà oltre a una riunione elettorale, la prima occasione d'incontro tra tutte le generazioni di “italiani del Perù”.

Come va la campagna elettorale?
Guarda, le elezioni ci ha creato un po' di problemi perchè il nostro percorso era da qui a due anni. Io non sono candidato, sono responsabile di una aggruppazione che è la stessa che c'era anche gli anni scorsi, e purtroppo il senatore Tremaglia fece il grande errore di fare otto liste, perchè è la stessa situazione politica… Hanno svagliato e credo che devano assumere delle responabilità. Non c'è nessun problema personale, anzi, molto rispetto, ma purtroppo c'è un problema di rispondere alle attesse della gente. Come te ho detto, il nostro percorso era da qui a due anni, e riuscir a fare una comunità…

Per cercare dentro di questa comunità un candidato alle elezioni?
Essatamente, però con il tempo, formando ed essendo autentici. No un candidato imposto, no un candidato scelto a casa in una riunione di tre persone, ma un candidato scelto da primarie della comunità italiana del Perù. Nelle nostre riunioni, a cui colgo l'occasione d'invintare tutti coloro che desiderano participarvi, abbiamo decisso che, non potendo avere oportunità di sucesso per un candidato del Perù, essendo la nostra comunità assai più piccola di quella argentina, brasiliana e venezuelana, di non avere candidati, propio per facilitare un discorso nuovo, e appoggiare un candidato che raccolga il nostro agire.

Chi sarà questo candidato?
Andrea Ruggeri, un giovane imprenditore italo-brasiliano che risiede a Sao Paolo, che raccoglie quelli principi che noi, gli italiani del Perù, desideriamo avere per le prossime elezioni.

Quali credi siano i problemi della comunità italiana del Perù?
L'assitenza sanitaria. Purtroppo, la tragedia della vendita dell'ospedale italiano, vendita non chiara, che, comunque, non ci interessa, perchè è perdere più tempo in cose non costruttive, noi vogliamo invece costruire. Se il presidente Berlusconi ritorna al governo, noi abbiamo serie possibilità di poter fare una convenzione con qualche clinica locale, dove il governo italiano si assume, modestamente, parte dei costi di quello che dovrebbe essere l'assitenza sanitaria. Quest'è una battaglia per la comunità italiana, e no per Alessandro Gafforio. Comunque, oltre all'assitenza sanitaria, c'è il problema dell'aiuto agli italiani indigenti, il problema dei pensionati, il problema dei giovani, comunque, per risolverli, possiamo lavorare assieme alle altre organizzazioni politiche. Anche in Sudamerica c'è lo stesso problema del Perù, un tema generazionale. La generazione di Pallaro ha fatto il suo tempo, che non è parlarne male, ma è semplicemente dire che non risponde più a gran parte della comunità italiana, alle loro attesse, alle loro esperanze, alla loro voglia di essere comunità italiana. È arrivato il tempo di sederci, di organizzarci, di non aspettare che nessuno dica che cosa bisogna fare, ma discutere, confrontarci serenamente, votare s'è il caso, se riusciamo ad avere l'unanimità, e poi decidere essere tutti quanti una sola cosa. Qui in Perù c'è un gruppo molto piccolo che ha fatto il suo tempo. In Italia le cose stanno male, il presidente Berlusconi vuole rialzarsi, noi qui abbiamo una comunità che non partecipa, che non scambia idee, che non scambia economia, una comunità che non è viva. Noi vogliamo ricostruire, essencialmente, la comunità, con gli amici del Partito Democratico, non c'è nessun problema. Questo non è un progietto della comunità del PDL, è un progietto della comunità italiana. Sui problemi puntuali, ci stiamo; sui problemi politici, non possiamo starci: loro dicono che Hugo Chávez è una brava persona, e noi non ci la pensiamo così. Lo diciamo chiaramente: in Italia c'è molta desinformazione. La faziozità dell'informazione della Rai, per esempio, si è arrivato a cancellare il TG2 del mattino, e si presenta faziosamente il presidente Berlusconi e il Popolo della Libertà, e si spaccia Hugo Chávez come il buono. La Rai si guardava meglio due anni fa, appunto.

Quante persone lavorano nei progetti della PDL del Perù?
Siamo adesso un gruppo di quasi 40 persone e non sono tre mesi che stiamo lavorando. Ci sono donne, giovani, anziani, gente di tutti tipi e di tutte le cattegorie.

Per chi volesse contattarvi, avete una email?
Abbiamo due: italianidelperu@hotmail.com
e italianidelperu@yahoo.com. Quello che do per certo alla comunità e la nostra disponibilità a lavorare, a riunirci a riorganizzarci, a discutere di temi puntuali uno per uno, e dare soluzioni che sono soluzioni democratiche del Popolo della Libertà.

Direttore Responsabile
Il Messaggero Italo-Peruviano

+511 96085349

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