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“I fondi destinati ai Patronati utilizzati per la campagna elettorale del Partito Democratico”

di Luigi Casagrande

La scadenza per il rinnovo del Parlamento Italiano è alle porte e anche questa volta, cosi` come accadde alle precedenti elezioni del 2006, si ripropone il ruolo politico dei Patronati all`estero, impegnati, anche in questa tornata elettorale, a “raccogliere” voti per la sinistra.

Stavolta tocca a Veltroni, trasformista per eccellenza, avvalersi dell`enorme serbatoio di consensi provenienti dalle cellule neo-politiche, impiantatesi rapidamente in tutto il mondo, i Patronati.

Il sistema di egemonia territoriale della sinistra, che trova nei patronati un elemento di raccordo, evoca certi regimi totalitari che in cambio di un pezzo di pane, di un servizio o di assistenza chiedevano la tessera, la militanza, il voto. Non sembra esser tanto diverso l`atteggiamento degli Enti Assistenziali di sinistra operanti all`estero che in cambio dei loro servizi, peraltro pagati profumatamente con soldi pubblici`, chiedono il voto politico per i loro candidati.

La similitudine puo` apparire impropria, eccessiva, emotivamente strumentale ma, in tutta la sua crudezza, è realistica. Sono tante le voci che si alzano quotidianamente per denunciare le “chiamate” a raccolta dei pensionati nelle sedi dei patronati per ottenere i voti in nome di un paventato pericolo di taglio di pensioni nel caso di vittoria del centro destra.

L`integrita` e l`intelligenza dei pensionati non è messa in discussione. Hanno solo la colpa, se cosi` si puo`dire, di essere stati tenuti lontani dal processo democratico elettorale per oltre 50 anni e di conoscere, solo marginalmente, l`evolversi delle vicende politiche dell`Italia, delegando bonariamente, a coloro che si occupano della loro previdenza e assistenza, una scelta di voto che ha un significato di tutt`altro profilo morale e civile.

Oggi, paradossalmente a chiedere il voto sono gli stessi o gli eredi, cresciuti politicamente, nella maggior parte dei casi, nelle stanze di certi patronati e che per anni si sono opposti al voto degli italiani all`estero assumendosi la responsabilita` storica di rallentare quel processo d’integrazione alla vita politica italiana di intere generazioni.

L`utilizzo improprio dei Patronati condizionera` pesantemente la campagna elettorale, in vista del voto politico di Aprile, anche sotto l`aspetto prettamente finanziario. La sinistra, avvalendosi di strutture logistiche e di risorse umane messe a disposizione dai loro patronati, finanziati con denaro pubblico, avra` il doppio vantaggio, rispetto il centro-destra, di un notevole risparmio sulle spese per le attivita` elettorali e, contemporaneamente, non dovra` contabilizzare, ai fini dei limiti di spesa previsti dalla legge elettorale, il costo reale del supporto tecnico-logistico. Occorera` vigilare costantemente e denunciare ogni utilizzo improprio delle organizzazioni o enti d’assistenza finanziati con fondi pubblici per evitare abusi, gia` segnalati in passato, che potrebbero condizionare il libero e democratico esercizio di voto.

La scadenza per il rinnovo del Parlamento Italiano è alle porte e anche questa volta, cosi` come accadde alle precedenti elezioni del 2006, si ripropone il ruolo politico dei Patronati all`estero, impegnati, anche in questa tornata elettorale, a “raccogliere” voti per la sinistra.

Stavolta tocca a Veltroni, trasformista per eccellenza, avvalersi dell`enorme serbatoio di consensi provenienti dalle cellule neo-politiche, impiantatesi rapidamente in tutto il mondo, i Patronati.

Il sistema di egemonia territoriale della sinistra, che trova nei patronati un elemento di raccordo, evoca certi regimi totalitari che in cambio di un pezzo di pane, di un servizio o di assistenza chiedevano la tessera, la militanza, il voto. Non sembra esser tanto diverso l`atteggiamento degli Enti Assistenziali di sinistra operanti all`estero che in cambio dei loro servizi, peraltro pagati profumatamente con soldi pubblici`, chiedono il voto politico per i loro candidati.

La similitudine puo` apparire impropria, eccessiva, emotivamente strumentale ma, in tutta la sua crudezza, è realistica. Sono tante le voci che si alzano quotidianamente per denunciare le “chiamate” a raccolta dei pensionati nelle sedi dei patronati per ottenere i voti in nome di un paventato pericolo di taglio di pensioni nel caso di vittoria del centro destra.

L`integrita` e l`intelligenza dei pensionati non è messa in discussione. Hanno solo la colpa, se cosi` si puo`dire, di essere stati tenuti lontani dal processo democratico elettorale per oltre 50 anni e di conoscere, solo marginalmente, l`evolversi delle vicende politiche dell`Italia, delegando bonariamente, a coloro che si occupano della loro previdenza e assistenza, una scelta di voto che ha un significato di tutt`altro profilo morale e civile.

Oggi, paradossalmente a chiedere il voto sono gli stessi o gli eredi, cresciuti politicamente, nella maggior parte dei casi, nelle stanze di certi patronati e che per anni si sono opposti al voto degli italiani all`estero assumendosi la responsabilita` storica di rallentare quel processo d’integrazione alla vita politica italiana di intere generazioni.

L`utilizzo improprio dei Patronati condizionera` pesantemente la campagna elettorale, in vista del voto politico di Aprile, anche sotto l`aspetto prettamente finanziario. La sinistra, avvalendosi di strutture logistiche e di risorse umane messe a disposizione dai loro patronati, finanziati con denaro pubblico, avra` il doppio vantaggio, rispetto il centro-destra, di un notevole risparmio sulle spese per le attivita` elettorali e, contemporaneamente, non dovra` contabilizzare, ai fini dei limiti di spesa previsti dalla legge elettorale, il costo reale del supporto tecnico-logistico. Occorera` vigilare costantemente e denunciare ogni utilizzo improprio delle organizzazioni o enti d’assistenza finanziati con fondi pubblici per evitare abusi, gia` segnalati in passato, che potrebbero condizionare il libero e democratico esercizio di voto.

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