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LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DEI MEDIA

La società, specie nella parte più giovane e influenzabile, è molto recettiva rispetto ai messaggi ed ai valori diffusi e talvolta imposti da settori “affascinanti” come quelli dei media, dello showbusiness, dell’entertainment, della pubblicità e del marketing.
Personaggi e prodotti sono diventati oggetto di consumo ma anche soggetti di persuasione e di culto.
Come già è avvenuto nel mondo delle imprese, è giunto il momento di costruire, con il contributo di tutti gli attori di questo frastagliato universo, una Responsabilità Sociale per gli operatori dei media, dello showbusiness, dell’entertainment, della pubblicità e del marketing, in grado di condividere e diffondere valori etici “positivi” e “costruttivi”, per far crescere armonicamente la società, piuttosto che imbalsamarla in una superficiale e luccicante giungla di riferimento, popolata da tronisti e veline o da anoressiche top model, co modelli di riferimento eccessivi e smodati.
Nasce da questi presupposti il Manifesto per la Responsabilità Sociale M.E.S. & Co. (media, showbusiness, entertainment, pubblicità e marketing), elaborato dall’Associazione no profit ed apartitica Physeon, in collaborazione con la Fondazione Movimento Bambino e la Società Italiana di Psicoanimazione.
L’iniziativa per la prima volta mette in sinergia, grazie ad un impegno politico-sociale bipartizan, i più illuminati esponenti di questo arcipelago, per elaborare buone pratiche rivolte alle giovani generazioni, recuperando l’analfabetismo etico di ritorno che sta impoverendo di valori la società nel suo complesso.
Il Manifesto è stato presentato stamattina in Parlamento, nella Sala Mercede, dai promotori, con gli interventi della presidente del Comitato Scientifico, Maria Rita Parsi, della presidente dell’Associazione Physeon, Maria Moreni e della responsabile Showbusiness e Agenzie di P.R., Laura Rossi.
La condivisione nei principi e nelle pratiche è stata testimoniata dai deputati Luigi Cancrini, vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia – che si è fatto anche portavoce dell’adesione della presidente, Anna Maria Serafini – e Gabriella Carlucci, responsabile del Dipartimento Nazionale per lo Spettacolo di Forza Italia.
In particolare, l’impegno dei firmatari, di cui alcuni erano presenti in sala, riguarda alcuni punti nevralgici quali:

1. alimentare, diffondere e trasferire valori positivi, motivanti e etici, contribuendo contestualmente ad aiutare le famiglie e le altre centrali educative nel processo formativo delle nuove generazioni;

2. promuovere stili di vita consapevoli e responsabili, intraprendendo fin da subito azioni positive, riconoscibili e emulabili;

3. affiancare ai già presenti e abusati modelli vincenti di una femminilità stereotipata e limitata al punto di vista estetico, alternative altrettanto valide di donne sicure, affermate, di successo, portatrici di valori etici, meritocratici e qualificanti;

4. creare alternative a modelli negativi, dannosi e sessualmente promiscui e promuovere comportamenti equilibrati, valorizzando le opportunità positive presenti nel panorama dei mezzi di comunicazione di massa;

5. proporre stili di vita responsabili dal punto di vista sanitario, della protezione dell’ambiente, della sicurezza personale, del rispetto dell’identità altrui, alimentando il senso civico e la cultura dei valori.

Contestualmente, è stato presentato il primo Progetto rivolto a ragazzi/e dagli 11 ai 25 anni, denominato “Showbility – Chi non c’è è fuori”, patrocinato dal SILB – FIPE. (vedi scheda allegata).

La ideazione di nuove iniziative e la vigilanza sulla corretta attività preventiva è stata affidata ad un Comitato Etico-Scientifico Multistakeholder cui partecipano, accanto ai promotori, i rappresentanti di Media, New Media e Entertainment Companies, delle istituzioni scolastiche e universitarie, dei genitori, degli educatori religiosi, delle associazioni di consumatori, dei magistrati, dei magistrati, delle forze dell’ordine e del Terzo Settore.

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