Nell’aula del Senato sono risuonate spesso le parole di Voltaire: “Io non sono d’accordo con ciò che dici, ma mi batterei fino alla morte per il tuo diritto di dirlo”.
Invece, il Decreto del Consiglio dei Ministri, con la motivazione che le elezioni anticipate non lasciano tempo sufficiente per la raccolta delle firme (previste dalla normativa oggi in vigore) ne esonera tutte le liste rappresentate in parlamento, tranne una: PER IL BENE COMUNE, che in Parlamento è da me rappresentata; un decreto “Contra personam”, odioso ed inaccettabile.
Ho fatto, finora inutilmente, appello al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, ai membri della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato ed ai direttori delle testate giornalistiche, ma ho la netta sensazione che i gruppi parlamentari dell’ex maggioranza si siano orientati ad arrivare quanto prima alla definitiva approvazione “facendo finta che non ci siano problemi”; qualcuno ha addirittura avuto il coraggio di dirmi che dovevo protestare prima, “adesso è troppo tardi, nessuno può fermare il treno già lanciato”.
Non è vero; ci sono tutte le condizioni per correggere il misfatto, basterà approvare l’emendamento che correttamente lascia l’impianto dell’esonero per chi ha rappresentanza parlamentare, cassando il successivo passaggio che fissa nel numero di 2 senatori, il requisito per esercitare la funzione di “rappresentanza parlamentare”.