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LA COSIDETTA "LISTA DI PROSCRIZIONE": CUI PRODEST?

COMUNICATO DELL' ISTITUTO ENRICO MATTEI DI ALTI STUDI IN VICINO E MEDIO ORIENTE

Un solitario studente quarantenne che firma i propri comunicati e scritti su internet con “H5N1”- la sigla della “Aviaria” – o con “Re Shaulos II” – nome che riecheggia quello del primo re di Israele – e che è figlio di una ex militante del partito radicale – notoriamente il partito più filoisraeliano in Italia – è divenuto in questi giorni lo strumento probabilmente incosciente di una vera e propria operazione di delegittimazione a largo raggio che sta colpendo anche lo IEMASVO, l’Istituto nato per condivisa e immediata reazione alla chiusura del master Enrico Mattei in Medio Oriente da parte della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo il 3 luglio 2007: chiusura a sua volta incomprensibile e inaccettabile in termini sostanziali e giuridici, non fosse altro perché ad esso master erano stati invitati fra gli altri, a dimostrazione del suo carattere scientifico e imparziale, Vittorio Dan Segre, l'ambasciatore israeliano, Valentina Pisanty, Furio Colombo e Renzo Gattegna.

Tutto è iniziato, si ricordi, con un articolo de Il Messaggero dell'8 febbraio scorso a firma Francesca Nunberg, nel quale un elenco di firmatari di un appello proisraeliano copiato e incollato sul blog oggi sotto sequestro, veniva trasformato surrettiziamente in una “lista di proscrizione”: lista in realtà redatta dalla stessa Unione delle Comunità Ebraiche italiane nel lontano maggio 2005 per protestare contro un appello delle Università inglesi contro Israele, e presente in rete almeno da due anni e mezzo.
Dopo questa scintilla, c'è stato un fiume di prone dichiarazioni di sdegno “preventivo” – in assenza di alcuna verifica fattuale su quanto fosse stato scritto sul blog ormai oscurato – da parte di politici e commentatori dalla fantasia a senso unico. Fra le scorrettezze principali, quelle di attribuire un carattere monoetnico-ebraico ad un appello in realtà composito, inclusivo di nomi di docenti anche non ebrei, sebbene uniti nel sostegno (acritico?) alla politica di Israele.

Che si tratti di un'operazione di delegittimazione contro diversi soggetti è evidente anche ai ciechi, sia per i tempi prescelti – si è aspettata la caduta del governo Prodi e l'avvio di fatto della campagna elettorale per intimidire e rendere più docili al solito ricatto dell'”antisemitismo” i politici di tutte le tendenze – sia per l'orchestra delle rivendicazioni e delle provocazioni suonata sull'onda del cosiddetto scandalo: innanzitutto la richiesta diffusa di un ritorno alla liberticida legge Mancino e di misure contro la libertà di rete, poi gli attacchi al diritto di autodeterminazione della Chiesa sulla questione del messale e della preghiera per la conversione degli ebrei; ancora, l'accusa all'imam di Roma di rifiutarsi di visitare la Sinagoga – decisione più che comprensibile visto il comportamento di Israele, nel silenzio moralmente correponsabile dei grandi mass media, a Gaza – e la capziosa accusa di antisemitismo alla altrettanto comprensibile campagna per il boicottaggio della Fiera del Libro di Torino.
Ma anche lo IEMASVO e la sua attività sono con ogni evidenza vittime di questa campagna monocorde e martellante, che sta usando il caso del blog di “re Shaulos II” – probabilmente uno dei più sconosciuti in Italia fino all'8 febbraio scorso – come strumento per tacitare chiunque intenda continuare in libertà, secondo dettato della vigente Costituzione repubblicana, le proprie ricerche e divulgare i propri studi: infatti l’abbinamento meccanico e talvolta malizioso della tuttora oscura vicenda del blog con lo IEMASVO – sol perché fra le oltre 500 firme dell’appello a favore della libertà di espressione per Robert Faurisson ospite a Teramo nel maggio 2007, compare, assieme ai nomi di prestigiosi avvocati, giornalisti, professori universitari e di decine di studenti anche dell’Università di Teramo, anche quello del gestore del blog sotto sequestro – costituisce una forma di demonizzazione gratuita nei cui confronti ci riserviamo di adire, nel caso occorra, anche le vie legali.
Non accettiamo infatti che le limpide e coraggiose scelte compiute dall’Istituto Enrico Mattei di Alti Studi in Vicino e Medio Oriente e da centinaia di coraggiosi cittadini dal maggio 2007 ad oggi (il no al divieto di lezione per Faurisson; la condanna dell’ignobile aggressione squadrista contro lo studioso francese; l’immediata fondazione dello IEMASVO poche ore dopo la chiusura teramana) e le iniziative di successo che sono seguite (un convegno sulle leggi liberticide europee a Palazzo di Giustizia di Roma nel settembre scorso, in collaborazione con l’Ordine nazionale dei giornalisti e con l’Ordine degli avvocati di Roma; le due giornate seminariali di Roma nel dicembre 2007 presenti fra gli altri Giulio Andreotti e il grande storico israeliano Ilan Pappé – per inciso: storico ebreo, perseguitato con inserimento in lista di proscrizione dai suoi stessi connazionali israeliani del sito www.masada2000.org – ; e infine l’avvio vincente del master in edizione romana – con la stessa rosa di docenti in pratica di quella delle edizioni teramane) vengano dimenticate e infangate da una mala informazione né obbiettiva nè professionale, che punta visibilmente – in violazione dei più elementari principi di garantismo e di deontologia giornalistica – alla condanna preventiva del presunto autore del presunto reato, e contestualmente all'aggressione a 360 gradi contro tutti quei soggetti laici e religiosi, grandi e piccoli, che intendono autodeterminare in libertà – senza aspettare il placet di chicchessia – le proprie scelte operative.

Il Consiglio Direttivo dello IEMASVO
Roma 14 febbraio 2007

dal sito: www.mastermatteimedioriente.it
giovanna.canzano@email.it

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