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Operazione "Naos "in Calabria

Componente Commissione Nazionale Antimafia

L’operazione “Naos”, condotta il 13 febbraio dai Carabinieri dei Ros, coordinati dalla DDA di Perugia, che ha coinvolto esponenti politici calabresi, tra i quali l’assessore regionale Pasquale Tripodi, revocato nel suo incarico, guarda caso, solo nella giornata di ieri, conferma il sodalizio esistente tra criminalità organizzata e politica, laddove emergono interessi economici legati ai flussi di finanziamenti pubblici e alle attività illecite.
Anche l’odierna operazione giudiziaria, certamente positiva per il dovuto contrasto ai connubi tra mafia e politica, contribuisce a far rimbalzare la Calabria su tutte le cronache nazionali, dando un’immagine nefasta di questa Regione.
Non è più possibile che il mondo politico, in particolare quello che sta amministrando la Regione Calabria, non prenda consapevolezza di questo perverso sistema politico – affaristico – criminale e non assuma le decisioni consequenziali.
Mi appaiono assurde le dichiarazioni del Presidente Loiero, il quale, ad ogni piè sospinto, fa ricorso all’alibi del trasformismo politico, per tirarsi fuori dalle responsabilità. Anche il coinvolgimento dell’assessore regionale Pasquale Tripodi nell’operazione “Naos”, non può essere assolto con la revoca della delega, avvenuta soltanto ieri, dopo che lo stesso è stato parte integrante della Giunta Loiero, rimanendo al suo posto nonostante i quattro rimpasti dell’esecutivo.
Ritengo che il Presidente Loiero non possa più allontanare la valutazione su quanto sta accadendo in Calabria dal giorno successivo all’omicidio Fortugno e soprattutto non possa rinnegare che i suffragi elettorali di Enzo Sculco, Domenico Crea e Pasquale Tripodi (e auguriamoci che la lista finisca qui!) gli hanno consentito di diventare Governatore della Calabria.

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