L’amore secondo Moccia

di Simone di Biasio

“Una notte d'amore è un libro letto in meno”, un film di Moccia è una riflessione in più sul tema dell'amore. Instancabile scrittore “dei giovani” (è già in libreria il suo nuovo libro, “Cercasi Niki disperatamente”), stavolta Federico Moccia si cimenta anche nella regia cinematografica. E i risultati sono piuttosto buoni. Raoul Bova che scaccia Scamarcio (e anche le ragazzine non ci mettono molto a dimenticarlo), Michela Quattrociocche che all'esordio da protagonista non fa rimpiangere l'ex Babi Laura Chiatti. “Scusa ma ti chiamo amore” è un libro che passa dalle 850000 copie vendute alle 500 sale cinematografiche. Una storia intensa di un sentimento che sboccia per caso tra un pubblicitario trentasettenne (Bova, nel film Alex Belli) e una liceale diciassettenne (Quattrociocche, nel film Niki). Dopo un incidente con il motorino sono i loro cuori a scontrarsi. Rincorrersi, ridere, fare l'amore sopra la nuvola dei 20 anni di differenza d'età. Il mondo dei giovani di oggi (“Solo sano sesso” dice Holly, amica di Niki), l'amicizia che c'è, forte, straordinaria, indissolubile, anche se nascosta dietro linguaggi da sms tra quattro ragazze della stessa classe di liceo. Come dire: i veri valori oggi i ragazzi non li ostentano, ma li riservano al momento giusto. Il bel Bova incredibilmente si trova solo, lasciato dalla sua fidanzata (vera e della sua stessa età), ma Niki arriva a sconvolgergli la vita con tutta la dolcezza e la spontaneità di due piedi appoggiati sul cruscotto dell'auto nuova, di una prima volta da scrivere e ricordare. Lui che ringiovanisce, lei che cresce donna. Con gli Zero Assoluto in sottofondo. Lui che la fotografa mentre dorme e lei che diventa la nuova icona della campagna pubblicitarie di un marchio di caramelle. Poi il ritorno dell'ex fidanzata di Alex. La normalità (in che senso?) suggerisce di tornare a rimettere tutto come prima. La casa, la testa, prima gioiosamente in disordine. Ma forse amore e ordine non vanno mai d'accordo. Eppure Alex trova il coraggio di dire a Niki che è finita, anche se lei vorrebbe non credergli. In effetti neanche Alex ci crede, soprattutto quando ritrova sul finestrino della sua auto il cuore disegnato indelebile da Niki. Allora via di nuovo indietro, via verso l'amore che ha sconvolto la vita tranquilla (fin troppo) di un quasi quarantenne. Ma Niki è già via, per lei c'è una lettera. Alex si ritrova solo nel posto in cui lei a diciassette anni già voleva stare. Su, su, sopra le onde tra le luci di un faro. La aspetta e Niki arriverà a mettere la sua bocca sul lieto fine. Alex le dice: “E' da un sacco che ti aspetto”. E lei: “Io da più di 18 anni!”. Forse il principe azzurro esiste, ma senza cercarlo affannosamente. Storie d'amore e di tradimenti infiniti, di chi si farebbe mettere “vent'anni in galera per quelle coscette diciassettenni”. Il ritratto un po' lontano di una Roma bene che tira fuori quattrini senza lavorare, di gente che può permettersi di dare 1500 euro di acconto per far seguire la propria moglie da un investigatore privato. È proprio questo investigatore, Luca Ward, ad essere la voce narrante di tutto il film, colui che cita i nomi più alti della letteratura mondiale amorosa, da Neruda a Whitman. È la storia di chi finirebbe pazzo se l'amore non tornasse a salvarlo. Naturale e imprevedibile. Il film viaggia su un binario poco realistico, spesso poco originale. Amplificando al massimo e avvicinando sempre più due cuori all'apparenza distanti. Ma in fondo non è bello sognare a occhi aperti?

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