Ospedale del mare: il rischio Vesuvio

PER IL GOVERNO NON ESISTE MA E' ALLARME PER MOLTI SCIENZIATI

Ho ricevuto la risposta ad un'interrogazione (1) presentata lo scorso giugno per chiedere spiegazioni sui lavori di costruzione per l'Ospedale del Mare, iniziati nel dicembre 2004 nella zona est del Comune di Napoli (Quartiere Ponticelli), al confine con il Comune di Cercola. Questo sara' uno degli ospedali piu' grandi d'Italia e vi sono stati investiti piu' di 120 milioni di euro. L'area di costruzione e' a 100 metri dalla Zona Rossa (nel settore nord-occidentale del Vesuvio), cioe' l'area di massima pericolosita' (7-12 Km dal centro eruttivo), cosi' come delimitata dalla Protezione Civile. L'ospedale e' a nord-ovest del vulcano in un'area classificata come Zona Gialla (7-8 Km dal centro eruttivo), cioe' a pericolosita' differita. Nell'interrogazione ho preso spunto dalle molte critiche mosse da alcuni professori del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Universita' Federico II di Napoli che piu' volte hanno denunciato come nella storia vulcanologica del Vesuvio, i flussi hanno raggiunto distanze di oltre 10 km rispetto al centro eruttivo. Sulla base, poi, della metodologia internazionale utilizzata per delimitare le zone a rischio piu' elevato intorno ai vulcani attivi, l'area dove e' costruito l'Ospedale del Mare sarebbe da considerarsi ad elevatissimo rischio vulcanico e rientrare ampiamente nella cosiddetta Zona Rossa. In caso di una futura eruzione del Vesuvio risulta quindi evidente che la struttura in costruzione, poiche' ubicata a soli 100 metri dal confine della Zona Rossa non avra' alcuna misura protettiva rispetto a tali eventi distruttivi.
Nella risposta datami, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha confermato tutti gli studi finanziati dal Dipartimento della protezione civile e fortemente criticati dai professori dell'Universita' Federico II di Napoli. Questi, a loro volta, messi davanti alla risposta, hanno ribadito che: “ci si nasconde dietro presunte autorità scientifiche che in modo palese e volgare offendono evidenze scientifiche elementari: gli scienziati di cui si avvale la Protezione Civile avrebbero infatti dovuto tracciare una Zona Rossa intorno al Vesuvio con un raggio di circa 12 Km. Il fatto che in alcuni punti, per opportunità e convenienze “politiche”, tale limite cada invece a 7-8 Km rispetto al centro eruttivo é una vera vergogna e uno scandalo scientifico assoluto”.
I gia' citati professori dell'Universita' Federico II di Napoli, inoltre, sono stati molto polemici per il modo in cui sono stati scelti dalla Protezione Civile gli scienziati che si sono occupati della costruzione dell'Ospedale del Mare. Questi gestiscono in totale conflitto di interesse i fondi della vulcanologia (a riguardo ho presentato anche un'altra interrogazione nel Dicembre 2007 (2) ed e' stata fatta anche una denuncia/esposto alla Corte dei Conti). E' duro l'attacco sferrato: “la comunità scientifica italiana, rappresentata da eminenti professori, le cui ricerche riguardano il Vesuvio o i vulcani ad alto indice di esplosivita', coinvolta nelle attività di preparazione del Piano di emergenza vesuviano, sarebbe infatti una comunità scientifica che fa dell'autorefenzialita' la propria regola principale e che premia solo amici, parenti e/o comunque appartenenti”.
Dal canto mio ribadisco che sono pochi i politici che si sono interessati al grave pericolo che corrono gli abitanti della zona (tra l'altro ad altissima densita' di popolazione). Marco Pannella e' da piu' di vent'anni (dal 1984 come consigliere comunale a Napoli fino ai tempi piu' recenti come eurodeputato al Parlamento europeo) che interviene per sollevare il problema del rischio Vesuvio. L'ultimo appello risale al vertice della maggioranza di Governo a Caserta dell'anno passato in cui Pannella ha esordito ricordando al Presidente del Consiglio Romano Prodi e a tutti i presenti l'emergenza di questa zona.

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