Permettetemi di iniziare con una piccola riflessione personale che sfugge all’attualità. Domenica prossima, 10 febbraio, sarà il “Giorno del Ricordo” per i Martiri delle foibe. Per oltre 50 anni in Italia non ne aveva quasi mai parlato nessuno: la memoria di decine di migliaia di italiani buttati vivi nelle caverne del Carso dai partigiani comunisti titini era cosa rimossa dalla coscienza nazionale. Fatti tacitamente mai esistiti perché avrebbero fatto ricordare le vergognose omissioni e complicità dei comunisti italiani e tante scomoda verità per il movimento partigiano che anno dopo anno si andava trasformando – come giustamente sostiene Giampaolo Pansa – in un ingessato e sclerotico consesso dove incanutiti “Gendarmi della Memoria” dettano legge su quanto va ricordato e quanto invece vada nascosto. Qualche anno fa una legge voluta da Alleanza Nazionale (primo firmatario l’on.le Roberto Menia di Trieste) ha fissato per il 10 febbraio il “Giorno del ricordo”. Nella mia provincia (come temo in tante altre) è però subito scattata la contro-offensiva – guidata dall’Istituto Storico della Resistenza e dalla “Casa della Resistenza” – ad evitare che si aprissero pericolose crepe che magari portassero poi a scoprire anche pagine inconfessabili della Resistenza. Due anni fa si organizzò così a Fondotoce una mostra vergognosa in cui le responsabilità venivano taciute e c’era quasi una assoluzione “preventiva” per i carnefici. Invitato (in sbaglio?!) all’inaugurazione venni poi fatto allontanare dalla “Casa della Resistenza” perché persona non gradita (ndr: ero il deputato locale ed eletto con la più alta percentuale del Piemonte!), nonostante fosse un luogo pubblico ampiamente pagato dai soldi dei contribuenti. Si tentò l’anno scorso di fare la stessa commemorazione a Domodossola, ma bastarono poche parole e la presenza dell’unica superstite di una famiglia di Pola massacrata dai titini invitata dall’assessore Daniele Folino – Licia Cossetto – per far correre un brivido alla schiena di tutti i presenti. Quest’anno ci si riprova, ma senza neppure rischiare il contraddittorio: L’ ineffabile “Casa della Resistenza” ha indetto infatti una “commemorazione” all’ Istituto “Cobianchi” di Verbania dove l’ unica persona politica presente autorizzata a parlare sarà l’on.le Anna Cardano, di Rifondazione Comunista. A me non piace polemizzare su queste cose, mi sembra un oltraggio ai morti, ma davvero non ce la faccio più. Non è degno, non è possibile che in questo paese ci siano questi nuovi oltraggi alla memoria di quei Martiri, la dimostrazione di come in questo paese una certa sinistra voglia gestire il monopolio del Ricordo, della Storia, della Verità, nel silenzio dei “laici” e di troppi utili ignavi, a cominciare dalle Autorità “che si adeguano” (ecco una cosa da ricordare, se cambierà l’aria del governo..) e di quelle autorità scolastiche, le stesse che – tanto per fare un esempio specifico di quella stessa scuola della mia città – non mi hanno dato il permesso solo poche settimane fa di presentare il mio libro “Staffette” agli studenti. I lettori del PUNTO meditino un istante su queste cose, nel deserto morale che oggi troppe volte è l’Italia. Meditiamo su chi è stato ucciso solo perché italiano, nelle foibe come nelle trincee, sia che abbia fatto il Risorgimento, la RSI o la Resistenza non importa. Non è “la politica” questa: è lo strazio di un paese che non ha il coraggio di ricordare, che non ha radici e – se non ha radici – non può crescere. Quando (come penso capiti a tutti) ti vengono quei momenti di sconforto perché ti sembra che il tuo lavoro non conti nulla, quando parlano solo i soliti tromboni, oppure quando vedi, vivi, capisci i drammi di tanta gente che ha problemi seri e magari non parla ma ti guarda in silenzio chiedendoti “Sei anche tu della “Casta”?” ..Ebbene, io mi fermo e penso che la mia generazione ha avuto tutto grazie ai sacrifici di quelle di ieri. Ma allora anche i Martiri ignoti delle Foibe mi spingono a non mollare, a lottare, comunque a guardare avanti. Spero aiutino anche voi…