Che Baccini abbia un pacchetto di voti sostanzioso è una favola

Intervista al Senatore Francesco Pionati UDC

Dopo che l’Udc ha combattuto questo bipolarismo ritornando praticamente ad una situazione tripolare, il centro è stato occupato dal Partito Democratico.

Mi pare una semplificazione eccessiva. Il PD, per ora, è nel centrosinistra e bisognerà vedere se manterrà fede a quanto affermato da Veltroni cioè se si presenterà da solo alla competizione elettorale o se, come mi pare molto più probabile, rifarà una alleanza con la sinistra antagonista. In quel caso non è più un centro ma un centrosinistra organico sbilanciato, secondo me, a sinistra così come quello che si è presentato, con i risultati che tutti vediamo, in questa legislatura. Noi siamo forza di centro per definizione, per tradizione, direi quasi per DNA. E’ chiaro che c’è un sistema elettorale in questo momento che non consente di sviluppare iniziative terzopiliste. Quindi noi abbiamo, nell’immediato, l’esigenza di rafforzare il nostro ruolo, di potenziarci come area moderata del centrodestra, come area di prospettiva. Questo potrà essere un discorso ripreso nella prossima legislatura in condizioni di dialogo per le riforme tra i poli a cominciare da quelle elettorali. Insomma, i ruoli li daranno gli elettori non le etichette dei giornalisti né quello che ci diciamo tra noi.

Come vede la fuoriuscita di Baccini dall’Udc?

E’ un nuovo episodio sulla scia folliniana. Esiste al nostro interno, ogni tanto, qualche personalità che, a titolo veramente individuale, lascia il partito inseguendo sogni terzopolisti. Con Follini si è visto come è andata, dopo poche settimana ha dovuto riprovare nel Partito Democratico perché altrimenti non avrebbe avuto nemmeno la possibilità di ritornare in Parlamento. Temo che anche con Baccini avverrà la stessa cosa. Il problema fondamentale, in politica, è di non confondere i desideri con la realtà e soprattutto di non caricare su vicende che hanno un sapore esplicitamente politico di elementi personali o personalistici. Io credo che in questa storia ci sia troppo di personale e poco di politico. Comunque credo che l’idea di andare da soli tra i due poli con questa condizione politica ed elettorale sia in assoluto una utopia. Quindi, prima o poi, anche in questa campagna elettorale, come è successo anche con Follini, Baccini dovrà decidere dove posizionarsi e quindi vedremo che non smentirà le buone intenzioni che ha dichiarato sino ad oggi.

Intanto però l’Udc, si è schierata praticamente a destra?

L’Udc è rientrato in una alleanza di centrodestra dalla quale non è mai uscita. Vorrei sottolineare un problema di coerenza politica. Tutti i nostri deliberati e tutto quello che noi abbiamo deciso dal congresso nazionale in poi, non era costituito dal centrodestra, era la creazione di un’altra opposizione più responsabile più matura sempre all’interno del centrodestra. E’ chiaro che abbiamo una prospettiva politica di costruzione dell’aria moderata al centro dello schieramento politico ma questo dipende dal meccanismo elettorale. In questo momento non ci è consentito di sviluppare la nostra iniziativa quindi rientriamo in una alleanza organica di centrodestra dalla quale non ci siamo mai allontanati con dei patti elettorali molto chiari e precisi. Noi saremo intransigenti sul programma di legislatura ed anche sui limiti dell’alleanza. Proprio oggi (1 febbraio) il nostro segretario Cesa ha detto che, nella prossima legislatura, noi ci impegniamo ad essere forza di garanzia di dialogo e di riforma ed abbiamo detto fin d’ora che chiunque venga e chiunque perda, una delle presidenze delle Camere deve essere riconosciuta all’opposizione ed anche diverse presidenze di Commissioni parlamentari devono andare all’opposizione. Noi lavoriamo per creare un clima diverso nel paese non di scontro. Fino a che ci sarà una colluttazione corpo a corpo, chi vuole un’altra Italia, avrà difficoltà.

Non crede che Casini abbia indugiato un po’ troppo, che sia stato troppo attendista e che potrebbe essere scalzato?

No, di Casini nessuno riuscirebbe a prenderne il posto. Lo vedo come il politico emergente più serio che c’è in Italia. Il problema è che Casini da solo con l’Udc hanno una forza relativa e quindi non può, con il 7%, cambiare il nostro sistema politico italiano. Noi diciamo che questa volta il centrosinistra si è avvitato su sé stesso perché mentre sembrava che Veltroni ed i suoi alleati fossero disponibili per la riforma elettorale quando siamo venuti al dunque, non si è capito più nulla. Il PD si è spaccato. Chi voleva andare al referendum, chi voleva la riforma alla tedesca, chi voleva il cosiddetto Veltronellum che è una riforma sul modello spagnolo ecc. Il problema è che noi abbiamo avuto una carenza di interlocutori forti e credibili ed è stato questo che ha determinato la fine della legislatura e la mancata riforma elettorale. Noi ce l’abbiamo messa tutta ma in politica, quello che contano sono i numeri. Con il nostro 7%, nonostante avessimo avuto le intuizioni più felici, non potevamo cambiare il mondo. Il primo a parlare di una nuova riforma elettorale che avrebbe salvato la legislatura è stato proprio Casini un mese dopo le elezioni del 2006. Ha detto a Prodi di non andare avanti per quella strada perché non sarebbe stato possibile governare il paese e creare, come in Germania, un sistema di larghe intese. Invece, anche in modo un po’ sprezzante, ha preteso di andare avanti credendo di arrivare al 2011. Infatti, voteremo nel 2008.

Lei parla di 7%, ma Casini non sembra che sottovaluti il portafoglio elettorale di Baccini che, sul territorio , è molto forte?

Secondo me questa è più una favola che una realtà. Lo vedremo alle elezioni perché, poi, i voti si pesano alle elezioni. Baccini aveva un ruolo all’internio dell’Udc in quanto collegato ad una linea politica di una leadership nazionale. Da solo credo abbia molto meno ruolo. Mi pare indicativo il fatto che sia uscito da solo che non c’è nessun parlamentare qui al Senato eccetto Tabacci alla Camera che l’abbia seguito. Quindi solo due parlamentari su sessanta il che significa una percentuale irrilevante. Nessun parlamentare l’ha seguito, nessun consigliere regionale, nessun amministratore locale, e nessun uomo di partito nell’ambito della Regione. Credo che, guardi lo dico con molta sincerità perché Baccini è un amico ed è persona che io stimo, abbia commesso un errore politico come quello commesso da Follini. Follini è andato via senza portare via un voto solo all’Udc. Temo che stavolta per lui sarà lo stesso.

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