Scuole legali e teatro Petruzzelli

SI RIDUCA AD UN ANNO LA DURATA DELLA SCUOLA
DI SPECIALIZZAZIONE PER LE PROFESSIONI LEGALI

TEATRO PETRUZZELLI, MA CHE FINE HA FATTO IL CONCORSO DI IDEE
PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO SIPARIO E L’AFFRESCO DELLA CUPOLA?

L’On. Nicola Bono, capogruppo di AN in commissione cultura della Camera dei Deputati, ha presentato una risoluzione per impegnare il Governo a disporre tutti i provvedimenti necessari alla riduzione della durata, da due anni ad un anno, della scuola di specializzazione per le professioni legali. A tal proposito, l’esponente di AN ha dichiarato:
“Si tratta di una vecchia e irrisolta questione, che si trascina ormai scandalosamente da oltre sette anni e cioè dalla emanazione di una norma del febbraio 2001, che aveva sancito appunto la riduzione ad un anno della durata della scuola di specializzazione, in ragione della modifica da quadriennale a quinquennale del corso di laurea in giurisprudenza, in conseguenza dell’introduzione delle lauree triennale e magistrale. La legge, ai fini della riduzione, rinviava ad un regolamento da adottarsi con un decreto emanato di concerto tra il Ministro dell’Università e il Ministro della Giustizia, che non è mai stato fatto. La conseguenza è che migliaia di giovani laureati, da oltre sette anni sono costretti a espletare un anno in più del dovuto, prima di potere accedere a qualsiasi attività, ivi compresa la partecipazione ai concorsi per la magistratura. Un fatto grave, degno di una Repubblica Sud-Americana e non di uno stato di diritto, la cui latitanza dei Ministri competenti, nel caso in specie, di fatto si riflette in un favore agli interessi delle scuole di specializzazione, ovviamente interessate all’assurdo mantenimento dell’illegittimo status quo. Una vicenda, quindi, poco edificante e di ordinaria italica disfunzione dei pubblici poteri, che ha fatto proliferare in questi anni una miriade di interrogazioni parlamentari, che però non hanno risolto il problema, anche perché non hanno neanche avuto risposta. Per tali ragioni ho presentato una risoluzione la cui approvazione, nell’impegnare il governo ad emanare immediatamente il decreto che fissa le regole per la riduzione ad un anno della durata della scuola di specializzazione per le professioni legali, possa porre riparo alla gravissima anomalia finora registrata e restituire serenità e certezza del diritto a migliaia di giovani laureati che, dopo il lungo percorso accademico quinquennale, hanno il diritto di non sprecare inutilmente un anno della propria esistenza, così come peraltro stabilito dalla legge”.

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L’On. Nicola Bono, già Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali e per lungo tempo impegnato nelle attività di ricostruzione del Teatro Petruzzelli, è intervenuto sulle modalità adottate per alcune importanti operazioni di completamento del Teatro. In particolare, l’On. Bono ha dichiarato: “Ho letto, non senza qualche stupore, che in luogo di nuove pitture, sulla Cupola verranno proiettate le immagini degli originari affreschi andati distrutti nel rovinoso incendio del Teatro, ricorrendo ad un “costosissimo” proiettore. In altri termini, immagini virtuali surrogheranno l’opera d’arte dell’artista Raffaele Armenise, mentre nulla si sa circa le modalità attraverso le quali si realizzerà il Sipario, anch’esso elemento di alto valore culturale del Petruzzelli prima dell’incendio. A tal proposito ricordo che, quando fu posto il tema di come procedere per realizzare il Sipario e la Cupola, dopo un lungo dibattito si addivenne alla decisione di avviare un Concorso di Idee Internazionale con il preciso obiettivo di selezionare proposte capaci di realizzare tali interventi con la sensibilità, il gusto e la creatività contemporanea, ancorché contestualizzati nella struttura novecentesca che li avrebbe dovuto accogliere. In altre parole, si era optato per una vera e propria operazione culturale, che probabilmente avrebbe costituito l’unica testimonianza di creatività del nostro tempo di tutta l’opera di ricostruzione. Infatti, chi aveva voluto, a mio avviso giustamente, il Petruzzelli ‘com’era’ e ‘dov’era’, nel rispetto della memoria storica di un’intera collettività, avrebbe potuto, attraverso un’azione innovativa su Sipario e Cupola, lasciare il segno Storico-Culturale del tempo in cui è stata realizzata la ricostruzione. Inoltre, non può negarsi, che un’operazione come quella del concorso di idee, avrebbe proiettato il Petruzzelli, e con esso l’intera Città di Bari, all’attenzione del mondo culturale Internazionale, amplificando conseguentemente gli effetti mediatici e i ritorni di immagine positivi della ricostruzione del prestigioso teatro. La cosa che lascia però perplessi è capire quando, e in quale sede, sarebbe stato deciso di rinunciare a una operazione culturale di tale livello, trasparente e democratica e, piuttosto, optare per una soluzione francamente discutibile, oltre ché mortificante per la valenza e il prestigio del Teatro, come quella di ricorrere ad una semplice proiezione dei vecchi affreschi andati distrutti. Una scelta triste e malinconica, a fronte invece di un’operazione coraggiosa che io esorto a recuperare, essendovi sia le risorse economiche che i tempi per poterla mettere in atto”.

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