Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Nessun esame di coscienza?

di Pasquale Iacopino

Avvenimenti recenti, che hanno come protagonisti, su una sponda del Tevere, “La Chiesa, il cui impegno prevalente è concentrato nell'immiserire il messaggio cristiano nell'ossessione del sesso e nell'allontanarsi sempre più dalla direzione di marcia impostata dal Concilio Vaticano secondo”; e, sull'altra sponda, “Il Parlamento, che, da sede destinata al confronto tra idee e proposte operative per la scelta di quelle più opportune a far crescere e migliorare il livello e la qualità della vita del nostro Paese, offre, in peggio, uno spettacolo di risse, insulti e criminilizzazioni mutuato dagli stadi, dove tifosi, beceri e cialtroni, per sostenere la squadra del cuore, non stimolano i calciatori a dare il meglio di sé, ma insultano e aggrediscono i tifosi della squadra avversaria”- se già prima non fosse stato dimostrato abbastanza, ci danno la prova assoluta che il messaggio cristiano, con questo Papa, ha raggiunto un grado d'involuzione che lo rende irriconoscibile a larghe frange di credenti, e che, in accoppiata perfetta, il Parlamento italiano è diventato la vetrina del “grigiore politico, economico, culturale e morale” del nostro Paese.
Le colpe, però, sono da cercare non soltanto nei protagonisti e nei loro sostenitori, ma anche e soprattutto in tutta la nostra classe dirigente politica e culturale, nonché in tutti noi che detta classe politica abbiamo prodotto.
Se tutto si muove intorno al “grigiore trasbordante di qua e di là del Tevere”, è perché oltre quel grigiore c'è soltanto il deserto.
In codesto deserto, sul piano politico, il costituendo PD, più che una “Oasi”, sembra un cantiere in fase sperimentale, ai cui margini, come se non bastasse, i restanti frammenti della coalizione di centrosinistra girano vorticosamente come un “Tornado” minaccioso, anziché, come sarebbe auspicabile, costituirsi in un'oasi di sostegno o alternativa al PD, fondata su un sintetico, leggibile e convincente programma operativo scaglionato nel tempo, depurato di tutti i cascami, gli errori delle passate esperienze e con ben presente l'assioma gramsciano: ” rivoluzionario è ciò che si può e non ciò che si vorrebbe realizzare”. Altrimenti si corre il rischio di rifiutare la modesta “mortadella” di Reggio Emilia per poi trovarsi nel piatto scarti avariati del “prosciutto” di Arcore.
Sul piano della laicità il deserto, rotto qua e là da masturbatorie polemiche e battute umoristiche, rischia di sommergerci, se non verrà colta e approfondita la proposta contenuta nell'articolo di Eugenio Scalfari (La Repubblica – domenica 13.5.2007): – “Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato a Gesù di Nazareth per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo”. Una proposta, o se vogliamo, una provocazione che, però, non va lasciata cadere nel vuoto.
I “Testi Sacri”, di tutte le religioni, in quanto prodotti del pensiero umano, non sono riserva privata da usare per conseguire fini di potere, o per sfogare pruriginosi istinti criminali, (come è sempre accaduto e continua ad accadere ) ma sono “patrimonio culturale dell'umanità”, come lo sono tutte le opere che in tutti i campi, dalla filosofia alla scienza, dalla letteratura alle arti, l'uomo ha prodotto e che, quindi, sono a disposizione di chiunque voglia consultarli per ulteriori approfondimenti e per utilizzarli al meglio.
A parer mio, i “Testi Sacri”, di tutte le religioni, al pari di tutti i trattati di cultura politica e di economia politica, vanno letti ed interpretati come ispirati da un identico fondamentale obiettivo: fornire agli uomini regole, strumenti e idee da confrontare, sperimentare e, all'occorrenza, aggiornare , al solo unico scopo di realizzare una universale pacifica convivenza civile.

Exit mobile version