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LAICITA mille passi indietro

Critica liberale

Siamo arrivati alla fine. Il suicidio annunciato del “centrosinistra” si è compiuto. Cause ed effetti erano largamente prevedibili e previsti. Veltroni, con le sue scelte catastrofiche, ha soltanto accelerato e portato a compimento un processo autodistruttivo fatto di analisi sbagliate, di opportunismi antichi e di cecità totale sul degrado morale, politico, sociale e di costume dell’Italia e delle sue classi dirigenti. La decisione veltroniana di rinunciare persino a costruire una compagine da contrapporre a Berlusconi è il punto terminale di una politica fellona e direttamente filoberlusconiana che sarà severamente giudicata dal paese.
Il centrosinistra e la sinistra pagano caro il prezzo d’una profonda contraddizione: si sono trovati uniti con l’unico motivo di contrapporsi a Berlusconi e, una volta vinto, hanno occultato la “ragione politica” della loro stessa Unione con velleità programmatiche inconciliabili e rivendicazioni identitarie. Hanno tradito i loro elettori. Non si sono neppure posti il compito di “blindare” le regole democratiche, lasciandole quindi in balìa dei colpi di mano della futura maggioranza. In più, alla debolezza strategica si è aggiunta l’incapacità manifesta di azione di governo. Sono riusciti ad apparire e, nei casi peggiori, perfino ad agire alla stregua dei Calderoli, dei Castelli e dei Lunardi. Berlusconi vince non perché ha conquistato politicamente il paese, ma perché il berlusconismo ha impregnato di sé la logica e i comportamenti delle attuali classi dirigenti del centro sinistra e della sinistra italiana.
Il colpo di grazia è venuto dalla farsa del Partito democratico che si è dimostrato né partito né democratico, ma solo una caricatura senza riferimenti internazionali, dove si pretende che convivano il clericalismo più gretto e un laicismo solo di facciata, velleitarismi e opportunismi di destra e di sinistra. Il tutto subalterno all’egemonia ideologica di Ferrara e del cattocomunismo più arretrato. Veltroni, da vero autocrate, solo dopo le Primarie, ha rivelato la sua vera strategia 1) portando a termine il processo di legittimazione del berlusconismo e quindi liquidando definitivamente per l’oggi e per il domani la ragione d’essere di questo governo e della sua coalizione; 2) tentando di chiudere la stagione bipolare, come se Berlusconi non esistesse più e la destra fosse effettivamente divisa, con proposte che ogni giorno contraddicevano quelle del giorno precedente; 3) mettendosi d’accordo con l’avversario per distruggere o assimilare i rispettivi alleati; 4) auto-isolandosi per impedire anche l’ipotesi d’una futura coalizione di centro-sinistra. Una politica incosciente e irresponsabile. I risultati si vedono.
Il “centrosinistra” è un esercito in rotta. Le possibilità future sono minime e passano attraverso immediate scelte politiche tanto logiche e necessarie quanto improbabili: tutti i responsabili di questa débacle, da Veltroni a D’Alema, da Rutellli a Fassino, da Bertinotti allo stesso Prodi, dovrebbero riconoscere il loro fallimento e compiere precipitosamente mille passi indietro, e una nuova classe dirigente dovrebbe ricostruire in fretta un rinnovato fronte antiberlusconiano, presentandosi agli elettori senza troppe velleità programmatiche ma con precisi obiettivi di restaurazione democratica e di bonifica del costume politico nazionale. (ADL)

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