Il disegno di legge Levi sull’editoria

Il disegno di legge Levi sull'editoria ed il commento della Commisione guidata da Viviane Reding.

Il Commissario responsabile della società dell’informazione e mezzi di comunicazione, Viviane Reding, ha gentilmente risposto il 21 dicembre alla nostra missiva inviata il 19 ottobre del 2007 riguardo il disegno di legge sull’editoria approvato dal Consiglio dei Ministri guidato da Romano Prodi una settimana prima. Questo provvedimento, partorito con sospetta solerzia dal Governo di centrosinistra il 3 agosto 2007 e dal titolo emblematico “Nuova disciplina sull’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale”, è , a nostro parere, uno dei provvedimenti peggiori e nocivi degli ultimi anni ed è ora al vaglio del Parlamento. Prima di referire sulla risposta di Viviane Reding penso sia interessante ed utile capire i vari retroscena. Cerchiamo allora di mettere insieme le nefandezze di questo provvedimento così come è stato approvato ad ottobre per capire che tipo di riordino della legislazione nel settore editoriale il centrosinistra stia cercando di attuare.

L’articolo 2, comma 1, definisce cosa sia il prodotto editoriale e dice : “Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.”

È evidente, allora, che si definisce prodotto editoriale qualsiasi prodotto pubblicato in qualsiasi forma (post, articolo, comunicato, ecc.), in qualsiasi modo (quotidiano cartaceo, quotidiano online, sito web, blog, ecc.) che possa informare o, addirittura, intrattenere.

L’articolo 5, definisce cosa sia un’attività editoriale e dice: “ Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.”

Questo articolo accomuna il giornalista di professione (colui che realizza e, tramite il proprio giornale, distribuisce un prodotto editoriale a scopo di lucro) con chiunque voglia postare un articolo a scopo informativo o d’intrattenimento senza alcuno scopo di lucro ed, ovviamente, in forma non impreditoriale. Entrambe queste figure esercitano una attività editoriale.

L’articolo 6, comma 1, definisce chi sia tenuto ad iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione e dice: “Ai fini della tutela della trasparenza, della concorrenza e del pluralismo nel settore editoriale, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione, di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), numero 5, della legge 31 luglio 1997 n. 249. Sono esclusi dall’obbligo della registrazione i soggetti che operano come punti finali di vendita dei prodotti editoriali.”

Quindi, chiunque realizza e distribuisce prodotti editoriali fa attività editoriale ed è tenuto ad iscriversi al R.O.C., Registro degli Operatori di Comunicazione. Se hai un blog fai attività editoriale perchè informi od intrattieni. Quindi, se hai un blog, sei tenuto ad iscriverti al R.O.C. con le procedure burocratiche e le spese che ne derivano (su questo punto, come vedremo, il Commissario Viviane Reding afferma che non ci sono tariffe annuali per i blog). Sarebbe interessante quantificare, però, le possibili spese d’iscrizione, includendo quelle postali. Questo è un modo semplice per stroncare, sin dagli albori, la nascita dei blog in quanto spesso costituiti da singole persone impreparate ad iniziare un’ attività editoriale a tutti gli effetti.

L’articolo 7, comma 1 e 2, chiarisce alcuni punti sull’attività editoriale su internet e dice: “L’iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa” e “per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni.”

In altre parole, attualmente i blog non sono considerati prodotti editoriali e, quindi, non ricadono nell’applicazione dei reati a mezzo stampa. Questa considerazione verrebbe spazzata via dal comma 1. Il comma 2, invece, rende punibile colui che autorizza la pubblicazione di una informazione, non necessariamente l’autore.

Ecco l’opinione della Commissione guidata da Viviane Reding spedita al sottoscritto:

21 Dicembre 2007

Ms. Reding, il Commissario responsabile della società dell’informazione e mezzi di comunicazione, è al corrente del dibattito su questo tema in Italia. Infatti, il disegno di legge proposto mira ad un consolidamento delle legge esistenti del 1948 e del 1997. Il processo di registrazione (al R.O.C.) già imposto da queste leggi ha due funzioni: collezionare dati in modo da calcolare l’aiuto finanziario alla stampa e monitorare questa industria in modo tale da assicurarne pluralismo e trasparenza ed, inoltre, che le regole antitrust siano attuate. Questo tipo di registrazione esiste in molti Paesi europei e permette, come richiesto dall’articolo 7 del disegno di legge, di definire la responsabilità legale della stampa nello sviluppo delle attività editoriali su internet. Inoltre, nel disegno di legge, non c’è alcuna indicazione del pagamento di un quota annuale richiesta ai blog. In ogni caso, al momento attuale, non sembra che il disegno di legge indichi una registrazione dei blog al R.O.C. Il disegno di legge in discussione non è stato ancora approvato e la Commissione seguirà in futuro e da vicino l’intero evolversi del caso.

È evidente che questa risposta non è soddisfacente. Collezionare dati in modo da calcolare l’aiuto finanziario alla stampa e monitorare questa industria in modo tale da assicurarne pluralismo e trasparenza presuppone che si stia parlando di una stampa che faccia attività editoriale in forma impreditoriale ed a fini di lucro. E i blog? Se i blog, come abbiamo detto, sono tenuti in base a questi articoli ad iscriversi al R.O.C., usufruiranno dei finanziamenti alla stampa? Diverse modifiche sono state proposte, anche dallo stesso Levi. Vedremo in Parlamento. Comunque sia, i Radicali di Sinistra rimarranno in stretto contatto con la Commissione Europea e Ms. Reding. Un primo passo sarà quello di evidenziare a Ms. Reding le storture di questo disegno di legge nei dettagli.

Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Giustizia, Mass Media, Concorrenza e Libero Mercato

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy