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La politica italiana nel mar degli Smargiassi

La relazione di oggi (22 gen.) del Presidente del Consiglio Prodi è stata chiarissima. Chiede che a sfiduciarlo sia il Parlamento. Metterà, cioè, spalle al muro quanti, guardandolo negli occhi, dovranno revocargli la fiducia sconfessando quel patto di governo sottoscritto dall’inizio. Sulla scelta non ci piove. Nessun governo può cadere in campo extraparlamentare. Fermo restando che alla Camera, la fiducia si da per scontata. Altrettanto scontata non è quella al Senato. Ma siamo proprio sicuri che sia improbabile? Siamo pronti a scommettere? Perché l’aria che tira in Transatlantico, è rassicurante. Non si avvertono vibrazioni negative, per cui potremmo scommettere che il governo Prodi incasserà la fiducia anche al Senato. L’opposizione ostenta apparentemente sicurezza, ma in fondo, sa di non essere pronta ad affrontare le elezioni politiche. Troppe divisioni all’interno di ciascun partito della CdL. Soprattutto Udc e AN vivono momenti di particolare imbarazzo dovuto alle divergenze ed ai numerosi malcontenti al loro interno. Il primo, ritornato al vecchio quanto necessario, dicono, sistema delle correnti con Casini e Cesa da una parte, Giovanardi con i cosiddetti Berluscones e Tabacci, Baccini, Ciccanti usciti dal famoso manifesto di Subiaco dall’altra, ripropongono quella varietà di posizioni tipica di una politica che è stata. Stessa storia in Alleanza Nazionale. Le correnti la fanno da padrone e non solo. Teodoro Buontempo gliene ha cantate quattro a Fini e compagnia. Se si contano le defezioni di Storace, Buontempo e Santanchè passati a La Destra, la situazione non è certo delle più rassicuranti neanche in Alleanza Nazionale. Però, la fibrillazione delle elezioni, rende tutti sicurissimi e decisi a votare. Premesso che, più si va avanti e meno schiacciante potrebbe divenire l’eventuale vittoria della CdL non si può ignorare, né sottovalutare, la situazione in divenire. Siamo pronti a scommettere dicevo, perché, paradossalmente, la conseguenza logica del momento difficile del governo Prodi con le modalità mastelliane, potrebbe essere proprio un’azione politica ufficiosa. Reclutare, per esempio, il senatore Rotondi e la neonata DC invogliandola al salto dello steccato in senso antiorario nell’emiciclo del Senato ed accordare la fiducia alla maggioranza di centrosinistra. Senza contare che il Senatore Dini ed i suoi affezionati hanno dichiarato il loro voto favorevole. E lo daranno. Ergo. Quale migliore occasione da parte di Prodi, al quel punto, di cogliere l’occasione per un rimpasto di governo che accontentasse i nuovi arrivati e qualche altro ancora per concludere la legislatura senza traumi dando anche all’opinione pubblica una immagine di sé composta ed apprezzabile? Un’azione, cioè, di intelligenza e furbizia politica che gli uomini dell’attuale centrosinistra mostrano di possedere.
Decisamente si può dire che sia venuta meno la prudenza. La sicurezza dell’opposizione di correre alle elezioni anticipate e vincere appare eccessiva . Una strana assenza dei sondaggi che, in queste circostanze invece, la fanno da padrone, non suggeriscono l’eventualità di un colpo di scena? Perché non si presentano sondaggi e percentuali che danno la prova del divario dei consensi popolari a vantaggio dell’opposizione? Come la diplomazia del tutto trascurata alla stregua di una scarpa stretta, di un silicio inutile da sopportare. La situazione potrebbe, in qualche modo, sconfessare l’ennesima annunciata e sperata e data per certa, spallata. Se pur senza i Mastelliani ma con i senatori a vita compatti, e senza l’apporto di Rotondi o di qualche scontento Udc, il governo Prodi passasse “la nottata” per un solo voto? In politica, mai avere certezze. Non è così che si dice?

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