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Semplificare la gestione delle Ferrovie dollo Stato

Da trentacinque senatori dell'Unione
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Presentata al Presidente del Consiglio un'interpellanza dai senatori dell'Unione: Zanda, Pasetto, Adragna, Alfonzi, Barbolini, Boccia A., Bosone, Brutti M., Brutti P., Caprili, De Petris, Di Siena, Emprin, Filippi, Fuda, Gaggio Giuliani, Galardi, Garraffa, Giannini,Iovene, Liotta, Lusi, Mazzarello, Mongiello, Montalbano, Nardini, Palermo, Papania, Roilo, Rubinato, Tecce, Vano, Villecco Calipari, Zuccherini

“Che fine ha fatto l'impegno assunto dal Governo di realizzare entro il 2011 un piano per 1000 nuovi treni per i pendolari? E' vero che sono stati soppressi treni di lunga percorrenza ed è stato ridotto il numero delle fermate degli 'eurostar'? Il costo del trasporto ferroviario per i pendolari ha effettivamente subito un aggravio di circa il 30 per cento a causa delle decisioni unilaterali di Ferrovie dello Stato Spa su abbonamenti, pagamento obbligatorio della prenotazione sugli eurostar plus anche per i pendolari e divieto di utilizzare abbonamenti per treni di fascia alta su quelli di categoria inferiore?”. Sono queste alcune delle domante che 35 senatori dell'Unione tra i quali Luigi Zanda, Giorgio Pasetto, Gaetano Mazzarello, Massimo Brutti, Luigi Lusi e Antonino Papania (Pd), Milziade Caprili, Fosco Giannini, Stefano Zuccherini (PRC), Paolo Brutti e Accursio Montalbano (SDI/PS), Loredana De Petris (Verdi) e Simonetta Rubinato (Autonomie).
“L'interpellanza – spiega Zanda – vuol fare chiarezza, capire verso quale assetto e modello gestionale stanno andando le Fs nel medio lungo periodo ovvero se la struttura attuale, holding e società operative, è definitiva. All'aumento dei costi a carico dei cittadini e alle ingenti risorse destinate a Fs non sembra infatti corrispondere una maggior efficienza del servizio in termini di frequenza dei treni, di puntualità, di condizioni igieniche e di affollamento. Nell'interpellanza si chiede quindi al governo se questa situazione, che dura ormai da lunghissimo tempo, sia dovuta al complicato, se non addirittura barocco, sistema di governance istituzionale e societaria del gruppo Fs. L'attuale suddivisione dei poteri tra i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti insieme alle prerogative istituzionali del Ministero dell'economia che esercita i poteri propri dell'azionista di controllo può generare sovrapposizioni, conflitti interistituzionali, conflitti di interesse tra le società operative del Gruppo e tra queste e la holding. Sono fattori che – continua Zanda – possono pregiudicare l'efficienza gestionale dell'intero sistema, tanto più che la holding che controlla le società contrattualmente collegate ai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti non è soggetta alla loro vigilanza ma a quella del Ministero dell'economia”. “Si chiede inoltre al governo di evitare che nelle Spa pubbliche, e quindi anche alle Fs, ci sia un eccesso di concentrazioni di poteri in capo ad una sola persona. Condizione che in passato ha prodotto danni consistenti a grandi gruppi industriali ed anche alla stessa Fs spa con il vecchio Consiglio”.
L'interpellanza chiede infine al governo se – a fronte della complessa governance descritta e di un debito del Gruppo Fs di 21,5 miliardi di euro (giugno 2007) – non ritenga necessario “emanare una propria direttiva al fine di semplificare assetto gestionale e sistema dei controlli per consentire una valutazione esaustiva e unitaria, in sede politico-istituzionale, delle scelte gestionali del gruppo Ferrovie dello Stato Spa, anche attraverso una chiara definizione dei traguardi operativi e funzionali di medio periodo”.(ADL)

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