La costituzione siamo noi

di Roberto Bertoni

Negli ultimi anni è salita spesso all’attenzione delle cronache, tra tentativi di modificarla radicalmente e piccole migliorie apportate ai vari articoli per adattarli all’attuale contesto politico e sociale. Per fortuna lo stravolgimento costituzionale proposto dalla Lega Nord e da una parte della Casa delle Libertà è stato sonoramente bocciato dagli italiani nel referendum del 25 e 26 giugno 2006. E così, a sessant’anni dalla redazione (nel dicembre del 1947) e dall’entrata in vigore (il 1° gennaio 1948), eccoci a celebrare la nostra Costituzione, la Carta di valori e norme che da allora garantisce all’Italia equità sociale, libertà, stabilità e democrazia. La scrissero i cosiddetti “Padri della Patria” (Ruini, De Gasperi, Togliatti, Calamandrei, Nenni, Pertini, Einaudi ecc.) e mai saremo loro abbastanza grati per aver restituito al nostro Paese la dignità perduta negli anni bui del fascismo e della guerra. Ciò di cui tutti dobbiamo essere consapevoli è che la Costituzione non è antiquata, come sostengono certi improvvisati politici, ignorando che né in Inghilterra (dove vige la “Magna Charta” del 1215) né negli Stati Uniti (dove la Costituzione ha oltre duecento anni) si è mai pensato di apportare ampie modifiche alla Carta costituzionale, essa è invece straordinariamente moderna e vitale, come dimostrano le battaglie in difesa di diritti (lavoro, libertà d’opinione ecc.) che costituiscono le conquiste civili che hanno permesso alla Nazione di svilupparsi fino a diventare uno dei paesi più ricchi ed industrializzati del Mondo. Le sue basi non riguardano una categoria o un ceto sociale; riguardano tutti noi. Dobbiamo, dunque, avere il coraggio di seguire l’esempio e gli insegnamenti di coloro che hanno reso possibile la rinascita dell’Italia, combattendo con orgoglio per i propri ideali, contro ogni forma di forma di oppressione, di dittatura e di violazione degli imprescindibili princìpi di giustizia ed uguaglianza. La Costituzione appartiene ad ogni cittadino italiano e anche a chi viene in Italia per lavorare e guadagnare onestamente, animato dalla prospettiva di un futuro migliore. E appartiene soprattutto a noi giovani che dobbiamo portare avanti con convinzione il messaggio dei “Padri della Patria” per impedire che i miasmi del fascismo serpeggiante contagino la nostra società, minandone le certezze e rallentandone la crescita e il progresso. Fieri di poterci esprimere liberamente e di vivere in un Paese che è ancora considerato da molti un esempio di civiltà, rendiamo omaggio alla Costituzione citando un tratto di uno degli articoli (il terzo) più significativi: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

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