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LAICITA, LAMONNEZZA E LACRIME

di Renzo Balmelli

Tre spigolature con la elle

LAICITA’. – Puo’ darsi, come asserisce Romano Prodi, che il sorpasso della Spagna sull’Italia non sia avvenuto. I dati confortanti sui conti pubblici e sul miglioramento del deficit, attestati dall’Europa, sembrano dare ragione al Professore. Ma oltre al Pil è su un altro fronte sensibile, quello della cultura laica, che Roma rischia di perdere punti preziosi nei confronti di Madrid. In questo campo il premier Zapatero dimostra di avere le idee chiarissime. Rispetto la Chiesa – dice – ma non fa le leggi.
L’ingerenza del Papa sul presunto degrado della città capitolina solleva imbarazzanti interrogativi su come sia potuto accadere e sulla possibilità che accada di nuovo.Talmente imbarazzanti da costringere la diplomazia vaticana a compiere un brusco quanto pasticciato dietrofront per sedare qualsiasi speculazione sulla Santa Sede troppo sbilanciata a destra. La laicità dello stato non va messa a repentaglio dalle meschine logiche elettorali lasciate in eredità al paese con i disastri dell’era berlusconiana.

LAMONNEZZA. – Il film “Le mani sulla città” diretto nel 1963 da Francesco Rosi è una spietata denuncia della corruzione in cui i protagonisti e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce. Quarantacinque anni dopo il dramma si è riproposto identico a prima, sullo sfondo di uno scenario rimasto immutato e tuttora popolato da personaggi spregiudicati. L’immagine di Napoli, guastata dalla maleodorante speculazione sullo smaltimento dei rifiuti , è stata un oltraggio intollerabile alla storia e alla cultura di una delle piu’ straordinarie città del mondo.

Un curioso cartello di protesta

Eppure nel pieno dell’emergenza , quando il senso di responsabilità avrebbe dovuto prevlare su qualsiasi altra considerazione, a talune frange dell’opposizione non è parso vero di rovistare nei rifiuti per mendicare consensi a buon mercato. Una delle tesi piu’ astruse è stata questa: se la giustizia non avesse perso tempo a indagare sulle “ veline” del Cavaliere, il capoluogo campano non sarebbe stato sepolto sotto montagne di spazzatura. Allucinante! Il dissesto di Napoli è una tragedia nazionale che si è consumata nel tempo dietro le quinte di interessi e intrecci inconfessabili che ora vanno recisi con un taglio netto. Ma col lavoro di sponda gentilmente offerto da certe forze politiche, è inutile stupirsi se la camorra continuerà a imperversare ed a dettare legge su tutto, anche sull’uso criminale dell’immondizia.

LACRIME. – Una volta c’era “Una lacrima sul viso”, il refrain di Bobby Solo che accompagnava il languido e strusciante ballo della mattonella. Bei tempi! Nel XXI secolo i dancing sono una cacofonia di luci e di suoni, ma gli occhi lucidi ,dopo la rimonta bagnata di Hillary Clinton, sembrano essere diventati l’elemento preponderante della nuova comunicazione politica. Il palcoscenico mediatico in cui le donne e gli uomini di potere mettono in giuoco se stessi, la loro immagine, i loro sentimenti. Le lacrime, tutt’altro che furtive, non sono piu’ considerate un segno di debolezza, un vizio da femminucce, ma un’arma vincente da usare con astuzia quando la situazione lo richiede.
Quanto a occhio umido d’altronde non sono di meno ne Sarkozy, smarrito nell’impero dei sensi, né Bush che pero’ non sembra mai genuino quando si inumidisce le ciglia. George W. junior è interessato solo a se stesso e tutto il resto non conta. Colti di sorpresa dalla cascata di liquido lacrimale, altri leader si stanno interrogando se hanno pianto abbastanza nella loro vita. Mai che provino a calcolare quanti ne hanno fatto piangere a causa delle loro scelte sbagliate.(ADL)

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