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Class action, il governo la vuole vanificare?

Interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia presentata dalla deputata radicale della Rosa nel Pugno Donatella Poretti

In data 17 gennaio 2008 il quotidiano Libero, ha pubblicato un articolo nel quale si rende nota l'esistenza di un dossier aperto dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, sulla class action, per impedire (con eventuali decreti interpretativi o disegni di legge-lampo) la proposizione di class action in merito a diritti sorti prima della sua entrata in vigore.
Se cosi' fosse, il Governo cederebbe alla richiesta, dell'ABI e delle associazioni di categoria degli imprenditori, di lasciare di fatto impunita la miriade di illeciti contrattuali cagionati ai consumatori negli ultimi anni (si pensi agli scandali finanziari Cirio, Bond Argentina, Parmalat, MyWay/4You), impedendo di ottenere con il nuovo strumento i risarcimenti dovuti.
Inoltre cio' equivarrebbe ad un vero e proprio condono alle banche per quanto compiuto negli anni passati e su cui la magistratura, col rito processuale individuale attuale, si e' ampiamente espressa, cosi' come documentato dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) sul suo specifico sito Internet: .
Una simile modifica, che appare come un piacere alle banche protagoniste dei piu' clamorosi scandali finanziari, non significherebbe ammettere una sudditanza dell'economia del Paese a questo modo di gestione della finanza da parte delle banche?
Riconoscere questa situazione di fatto e tutelarla con una norma ad hoc non andrebbe contro gli interessi del consumatore che con l'introduzione della class action si voleva tutelare?
Non si comprende altrimenti il presunto intervento del Governo, visto che la possibilita' della non retroattivita' era' gia' stata ampiamente discussa e vagliata dal Parlamento, poche settimane fa, in sede di approvazione della finanziaria, ed era stata esclusa.
Per questo ho presentato una interrogazione per sapere se la notizia riportata sia vera e se il Governo intenda promuovere una simile modifica.

Qui il testo dell'interrogazione:

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