Ancora troppo poco per noi nonostante i nostri meriti

LA FINESTRA DI MARIO BASTI

Nella FINESTRA di mercoledí scorso il “non sorpasso” dell’Italia da parte della Spagna e, nelle prossima FINESTRA (cioé questa di oggi), dopo il falso sorpasso, lo schifio della immondizia di Napoli.
Assicuro subito il lettore che me lo ha chiesto ironicamente al telefono. Quando cominciai questa nota, pensai che il titolo preannunciasse con chiarezza il contenuto: uno sguardo da lontano all’Italia, da lontano, da molto lontano nel tempo e nello spazio: al dí là dell’Atlantico e delle Ande e oltre i decenni trascorsi dall’indimenticabile giorno della partenza del piroscafo o del racconto di papá o del nonno.
Uno sguardo da molto lontano per commuoversi nel ricordo per fare un confronto col passato e vedere se il tempo trascorso sia stato migliore per ognuno di noi singolarmente o per tutta l'umanità. Uno sguardo dalla FINESTRA, ma anche senza fissare lo sguardo troppo lontano, perché l’Italia è anche qui, da questa parte dell’Atlantico e delle Ande, è anche qui perché siamo noi; o perché nati in Italia, o perché qui sono nati i nostri figli e sono perciò argentini, ma se sono consapevoli delle loro radici, se sono fieri delle loro origini sono anche italiani, costituiscono con noi l’Italia nel mondo. Non tutti naturalmente ma soltanto quelli che hanno quella consapevolezza e quella fierezza, come Mariano Gazzola di Rosario che, intervistato dal nostro Walter Ciccione, ha dichiarato, come avrai letto, caro Lettore, nel numero del 9 gennaio scorso: “Io credo nella forza dell’italianità e poi ha aggiunto: “L’italianità del Sudamerica e specialmente nell’Argentina, è stata conservata, sviluppata e tramandata sempre a partire dalle associazioni. Ad oltre mezzo secolo dall’ultima ondata migratoria e con la progressiva scomparsa di tanti emigrati, per questioni anagrafiche, il fatto di coinvolgere i giovani nelle strutture della collettività italiana è diventato una necessità imperativa…”. Naturalmente non è cosí per tutti, la maggioranza, anzi direi che la stragrande maggioranza, non ha quella fierezza e consapevolezza, cui accennavo sopra (un giorno sarà bene vedere dove e di chi sono le responsabilità di tanta mancanza) per cui le dimensioni dell’Italia in Argentina sono molto inferiori a quelle che potrebbero essere. E il contrario sarebbe un bene per tutti: i giovani, l’Argentina e l’Italia!
Ma senza volerlo, caro Lettore, ho trasformato quella che voleva essere una breve introduzione della FINESTRA odierna, in una parte sostanziale della nota. Desideravo soltanto dire che tema di oggi non sarebbe stato, malgrado la sua importanza, l’immondizia di Napoli, ma l’ITALIA NEL MONDO, un tema che ci riguarda direttamente e di cui certamente si parlerà molto, in tutti i paesi ove risiedono ed operano comunità italiane. Cioé piccole o grandi Italie nel mondo. Se ne parlerà molto perché a Roma si riunirà il Congresso Mondiale dei Giovani d’origine italiana e confido che gli organizzatori e partecipanti non si lasceranno sfuggire questa occasione di eccezionale importanza, affinché l’Italia nel mondo acquisti l’importanza e l’influenza che deve avere, se si vuole che non vada per sempre perduto il tesoro dell’emigrazione italiana che il nostro Paese ha donato al mondo.
Penso che nel numero scorso di questo tuo giornale avranno suscitato una speciale attenzione, per il contenuto, quattro articoli, tutti, in una maniera o nell’altra collegati a questo eccezionale avvenimento: l’Editoriale del Direttore: “Avviandoci verso la normalità”, l’Opinione di Antonio Bruzzone, esposta all’Agenzia NewsItalia Press, l’incontro del presidente del Comites di Buenos Aires Santo Ianni con i mezzi di informazione qui a Buenos Aires e infine l’intervista a Mariano Gazzola: “Io credo nella forza dell’italianitá”. Questa dichiarazione del giovane dirigente di Rosario sembra la piú direttamente collegata con il programmato Congresso Mondiale dei Giovani, ma, se ben lo pensi, caro Lettore, credo che giungerai alla mia stessa conclusione: prima e piú dei problemi dei giovani ci sono quelli che sono di essi e dei non piú giovani. Ci sono cioé i problemi le esigenze, le aspirazioni di tutti noi che a qualsiasi titolo siamo membri, parte, componenti, organi dell’ITALIA NEL MONDO: la diffusione della cultura italiana sia attraverso iniziative scolastiche, sia di altro genere, interessa forse soltanto i giovani? La doverosa solidarietà e assistenza per gli emigrati italiani che non hanno fatto l’America, ma per i quali l’America è stata amara, interessano soltanto i destinatari dell’assistenza, gli ottomila del pacchetto speciale e gli altri – non so quanti ma certamente pochi che riescono ad ottenere qualcosa dagli Ospedali italiani che non furono iniziativa e merito di Roma, dei palazzi romani della politica, ma dei non agiati emigrati, che li hanno fatti privandosi di qualche “centavo” che gli era necessario e facendo gratis lavoro extra di costruttori nei giorni festivi?
E la pensione e l'assistenza sociale? E’ assurdo che gli italiani all’estero reclamino il diritto alla pensione e alla non riduzione di essa, perché la Costituzione, la “legge delle leggi” stabilisce l’uguaglianza di tutti gli italiani, senza distinguere se nati e residenti in Italia o altrove?
Non credo, caro Lettore, che sia necessario continuare ancora con altri aspetti della nostra problematica, troppo a lungo ignorata o minimizzata. Basterà rileggersi i quattro articoli del numero scorso, che segnalavo prima. E se non si ha voglia di rileggere, sarà sufficiente un istante di riflessione per vedere quanto a Roma, nei palazzi della politica, interessa l’ITALIA NEL MONDO, cioé noi. E’ di poche settimane fa l’approvazione della “FINANZIARIA” 2008 da parte del Parlamento; in considerazione della necessità di ridurre le spese, nel primo testo approvato dal governo, si prevedeva una spesa per il 2008 di 10,7 miliardi di euro. Migliaia in Parlamento le richieste di emendamenti degli Onorevoli, fra cui anche alcune da parte di senatori e deputati eletti da noi all’estero, sicché alla fine la Finanziaria approvata dal Parlamento prevede 16,4 miliardi di spese di piú. Quanti per l’ITALIA NEL MONDO, cioé per noi? Nulla o quasi nonostante le insistenze dei nostri parlamentari.
Ma siamo veramente tutti uguali, come dice la Costituzione? La parola uguale avrà ancora lo stesso significato? Chissà. Intanto, per concludere noi qui adesso e, fra qualche mese, i giovani del Congresso Mondiale della Gioventú, riuniti a Roma possiamo riflettere su tre numeri: spese previste dalla Finanziaria nel 2008 per tutta l’Italia 16,4 miliardi di euro, spese, per l’Italia nel mondo invece: …14 milioni di euro; e infine le rimesse aiuto familiare fatte dagli stranieri emigrati in Italia ai loro familiari nei paesi d’origine in un anno sono state 4,4 miliardi di euro. Mica male, no?

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