Il buon senso degli abitanti di pianura

di Dott.ssa Antonietta M. Gatti

E’ stato uno spettacolo non esaltante, direi vergognoso, vedere forze dell’ordine che caricano gli abitanti di Pianura per farli distogliere dal loro obiettivo.
Ma che cosa vogliono queste persone? Come per tante altre manifestazioni cui siamo abituati dagli anni Settanta, si stanno forse battendo per un ideale?
No, nessun ideale particolare, se per ideale s’intende qualcosa di romantico. Vogliono solo un’aria pulita da respirare, vogliono solo essere sicuri che il loro destino non sia già stato scritto ora, che la loro morte per cancro non sia già stata programmata in qualche ufficio di qualche burocrate che, però, non ha la spazzatura davanti a casa.
Si stanno battendo per un futuro non di malattia dei loro figli, per il diritto a procreare, se saranno ancora abili, non figli malformati.
Si stanno battendo per la loro salute. Non doveva essere un diritto garantito dalla Costituzione? Salvaguardarla non doveva essere un obbligo del primo cittadino di ogni comune? Invece sembra che siano proprio i primi cittadini ad averli condannati a un triste futuro.
Ci sono autorevoli studi che riportano le incidenze di patologie tumorali, di malformazioni fetali, e di alte incidenze abortive fra gli abitanti di zone limitrofe a discariche a cielo aperto. Si sa.
Ed è infatti su questa conoscenza che si decise di chiudere la discarica di Pianura. Ora la si vuole riaprire, ma solo per un tempo limitato. Ma che cosa significa tempo limitato ?
Chi glielo dice alle cellule dei nostri polmoni o ai nostri spermatozoi di essere pazienti, di tapparsi il naso, di non respirare l’aria mefitica con cui dovranno convivere, ma per “un tempo limitato”.
Le nostre cellule funzionano a ossigeno, e non ci sarà nessun prefetto, sindaco, presidente o capo dello stato in grado di imporre loro di cambiare fisiologia. Loro non sono “comprabili”. Loro non si fanno intimidire o imbavagliare. Loro non sono “influenzabili” in alcun modo.
Quando vapori e polveri raggiungono le parti interne del nostro corpo, lo “inquinano” giorno per giorno, fino al punto che le nostre cellule si ammalano, innescando reazioni che portano ad uno stato patologico e alla morte.
Anche i nostri spermatozoi, se non muoiono “asfissiati” nei testicoli, andranno a contaminare un utero e una vagina che non rimarranno indenni.
Il sangue della futura madre poi, anch’esso contaminato dall’aria che ogni giorno si respira, farà il resto su un povero embrione inconsapevole. Altro che pillola del giorno dopo!
A che punto è arrivata la nostra società italiana? Prima si combatteva per delle idee. Queste sono state imbavagliate o bendate o addormentate. Se non vediamo i problemi, non abbiamo l’esigenza di avere idee. Semplice.
E allora, qual è la soluzione per la Campania ricoperta di rifiuti? Bruciarli. Bruciarli ignorando la scienza più elementare che c’insegna che, se quei rifiuti li bruciamo, non distruggeremo un bel nulla ma li conserveremo, invisibili sì agli occhi, ma visibilissimo ai nostri organismi che se ne ammaleranno. Anzi, a peggiorare le cose ci sta il fatto che, bruciandoli, i rifiuti diventano incomparabilmente più tossici di quanto non fossero nella loro pur maleodorante origine.
I giornalisti stranieri, che però non sono bendati, vedono l’Italia per quello che è e non li si può far tacere. Lo so, questo dispiace al nostro Presidente che contrappone alle loro critiche la creatività italiana. Ma io non riesco a vedere creatività nel portare come garanzia in banca delle montagne di rifiuti, nel non provvedere in tempo alle esigenze della popolazione, nel farli morire di rifiuti. Ci stiamo rendendo conto che chiudiamo scuole perché sono un tutt’uno coi rifiuti? Anche noi, respirando i fumi tossici che provengono dai rifiuti incendiati, ammalandoci, verremo trasformati in cadaveri, in fondo in rifiuti.
Perché siamo arrivati a questo punto? Privilegiando il profitto di alcuni, di pochi, ne stiamo ammazzando tanti. Stiamo assistendo ad una strage degli innocenti e la cosa buffa, ma il trovarla buffa dipende dal proprio senso dell’umorismo, è che molti di questi innocenti sono stati ammaestrati ad essere consenzienti.
Cara Italia, non ci lasci più neanche l’aria da respirare! E allora ha ragione il Times: siamo un popolo in declino, anche psicologico, anche fisico. Io, che abito nella Pianura Padana, so già, perché me lo ha detto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che morirò 3 anni prima di un mio collega spagnolo o austriaco. Le polveri che produciamo bruciando ogni anno sempre di più, si accumulano perché sono eterne e, pianino pianino, mi stanno scavando la fossa.
Lo so che “polvere siamo e polvere ritorneremo” ma mi secca farlo in anticipo e solo per riempire il portafoglio di qualche furbetto.
Ho trovato scandaloso l’appello dei politici di Napoli “al buon senso dei cittadini di Pianura”. Che cosa significa? Morite in silenzio, senza rompere le scatole?
Lancio un appello ai politici e ai burocrati di tutta l’Italia: per favore, legiferate in modo da liberare l’aria da polveri e vapori tossici. Aria più o meno mefitica c’è in tutte le città dove “si brucia”, ma c’è un limite che il nostro corpo come quello degli animali può tollerare e uscirne, se non indenne, almeno in condizioni decenti. Oltre questo limite c’è la malattia.
Ma ricordate sempre, cari politici e cari burocrati, che anche voi e i vostri figli, in fin dei conti, respirate l’ aria inquinata che respiro io: quella che voi avete in tutta legalità generato.
By Franca Rame at 2008-01-09 19:01 | Controinformazione | Discussione politica | blog di Franca Rame | accedi o registrati per inviare commenti
Anno nòvo, vita nòva…

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