Se qualcuno nutriva dubbi, adesso sa che il leader del Partito democratico non è una viola mammola: Veltroni tira dritto per la sua strada che è la stessa di quanti, di qua o di là dello schieramento politico, credono nella bontà di un bipolarismo fondato sui programmi e sulla chiarezza delle scelte.
Veltroni sa che nessuna intesa sulla legge elettorale può dirsi positiva se non nel rispetto di due obiettivi: la riduzione della frammentazione parlamentare e la coesione di maggioranze fondate su programmi e libere dai lacci e dai laccioli di coalizioni estese e variegate nate “contro” qualcuno e non “per” qualcosa.
Questo è il passaggio stretto ma decisivo che tutte le forze politiche sono chiamate a superare da qui alle prossime settimane. C’è la bozza Bianco su cui confrontarsi. A una condizione: essa va considerata un punto da cui partire per rafforzare il bipolarismo e non il punto d’arrivo.
Senza questa consapevolezza da parte di tutti gli attori parlamentari, rimane la strada più larga e comoda del referendum. E il referendum, caro Baccini, è un’occasione in cui tutti i cittadini possono pronunciarsi liberamente e liberamente decidere il sistema elettorale più utile alla crescita dell’Italia.