La Calabria non deve essere criminalizzata!

Il Los Angeles Times continua il trend, che e' diventato quasi una moda dei media americani (New York Times,”In a Funk, Italy Sings an Aria of Disappointment”, Ian Fisher 13/12), di raccontare negativamente il nostro Paese, e in questo caso mettendo nel mirino addirittura un’intera regione, la Calabria, come terra di illeciti e di corruzione.

Un articolo a tre voci da Gioia Tauro, intitolato non a caso “Little-known mafia is cocaine king” del 27 dicembre, racconta il traffico della cocaina e del primato mondiale (secondo loro) della ‘Ndrangheta in questo business illegale.

Non devo, non posso e non voglio entrare nel merito delle accuse e delle dichiarazioni riportate nell’articolo, ma intendo esprimere un commento da cittadino italiano emigrante e da uomo pubblico, che rappresenta con orgoglio negli Stati Uniti i valori della nostra democrazia per lo scudo crociato dell'UDC.

La nostra millenaria italianita’, nella quale quella calabrese spicca per il suo storico contributo, non puo’ essere offesa da un resoconto giornalistico caricaturale da film hollywoodiano alla spaghetti western, che descrive la 'Ndrangheta come: “una misteriosa e spietata rete di 155 famiglie radicata nelle colline selvaggie della Calabria”.
Non siamo nell’Arizona dei senza legge, ma nella Magna Grecia, nella culla della civilta’, che nell’ottavo secolo prima di Cristo era il centro culturale da cui e’ partita la civilizzazione del mondo moderno!

La Calabria, l’Italia non deve essere criminalizzata e raccontata con questa superficialita’ giornalistica che infanga tutto e tutti e, nel caso specifico, sorvola apposta il vero problema dell’uso della droga, che e’ il vero catalizzatore dei traffici illeciti, e non viceversa, come invece si ricava leggendo l’articolo.

Spero ardentemente che il mio sdegno sia condiviso dai due calabresi doc eletti a rappresentare nel Parlamento, i cittadini italiani residenti nell’America Centrale e Settentrionale: il Senatore Turano, che addirittura e’ anche un portavoce ufficiale della Regione Calabria in USA, e l’On. Bucchino, perche’ l’onore della Calabria e dell’Italia non puo’ essere offeso e calpestato in questa maniera scandalistica.
In questo caso, chi ha responsabilita’ pubbliche ufficiali come loro, deve uscire allo scoperto e condannare questo metodo infamante di raccontare un popolo che ha tanto contribuito con le sue braccia prima e con i suoi premi Nobel dopo, al benessere e alla crescita di questo grande paese che ci ospita, ma che non ha ancora imparato a rispettarci (come tutta la storia dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti dal 1890 in poi dimostra!).

L’illegalita’ e la criminalita’ va sempre condannata ma, come e’ scritto in tutti i codici, la responsabilita’ penale e’ individuale e non collettiva.
Criminalizzare la Calabria per le colpe di alcune sue “mele marcie” e’ un esercizio giornalistico al massacro, che penalizza milioni di persone e una parte splendida dell’Italia, che non si deve accettare come italiani, perche’ ingiusto, immorale e….stupido!

UDC-USA
www.massimoseracini.org
San Diego, 28 Dicembre 2007

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