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Silvio Berlusconi è comunque vincitore

di Antonella Rebuzzi

Quando le riforme non piacciono, si trova un facile modo per smarcarsene, senza arrecare danno alla propria immagine: è lui, sempre lui, il Cavaliere, il colpevole; lui, e chi gli dà retta, naturalmente. Questa volta ci va di mezzo Veltroni, e i cattivi sono diventati due. E' incredibile come la stessa acrimonia che comprensibilmente anima la sinistra, sia passata tout court anche tra gli alleati, che evidentemente hanno nascosto per anni i loro poco nobili sentimenti. Vale di più il popolo, dei suoi rappresentanti!

Il popolo, che non è tanto bue come recita un luogo comune, non ha avuto mai nei confronti di Berlusconi, nè acquiescenza, nè invidia. Tutt'altro: ha saputo coglierne gli aspetti istrioneschi senza drammi, e ha capito che in lui si concentrano le pulsioni di chi vuole avere successo nel proprio lavoro, pagare le tasse per avere servizi e non per mantenere i fannulloni, concedere alla famiglia, sia pure in crisi, la possibilità di ritrovare il senso affettivo e coagulante perduto strada facendo. Se trovasse un degno successore, più giovane ( e magari non tanto ricco a scongiurare l'invidia ), lo stesso popolo saprebbe rinnovare la fiducia e salire sulla stessa nave, pur cambiando capitano.

Ma non c'è amenità che possa attrarre l'elettore nell'opaco panorama che offre attualmente la destra liberale e moderata, tutt'altro; se non ci fosse Berlusconi a tenere alta la dignità della nostra scelta politica, verrebbe voglia di cambiare bandiera e cedere alle lusinghe della sinistra compatta e agguerrita che in questi giorni ha celebrato la sua vittoria.

Del resto, appare sempre più difficile, ora che siamo diventati più poveri, mantenere il decoro e la forza per continuare a trasmettere valori caduti in disuso e derisi dai più.

Come il sindaco leghista invita il popolo del nord a trasformarsi da sedentario a migrante, per godere dei vantaggi che la legge concede a questa categoria privilegiata, così si potrebbe politicamente derogare alla propria coerenza e invitare a provare l'ebbrezza di stare dall'altra parte, a godersi lo status di incapiente ( per molti fasullo, per molti diseducativo! ) così coccolato dalla sinistra.

Giordano e Diliberto hanno capito subito l'andazzo e sono corsi ai ripari: Casini, e ancora di più Fini, sul quale avevamo scommesso avventatamente, non si sono mostrati all'altezza e hanno ceduto a un primitivo istinto di conservazione sfociato in rabbia e scompostezza. Bene avrebbero fatto ad aspettare di capire, prima di parlare a vanvera, perchè adesso sarà difficile agli elettori del centrodestra dimenticare le offese e i tradimenti.

Il dialogo con Veltroni non sarebbe un inciucio: sarebbe l'unico modo per loro di mostrare interesse per la governabilità e non per le loro botteghe. Perchè, se a loro conviene evitare il referendum, al Berlusconi degli odierni sondaggi ormai va bene tutto per essere sicuro dei risultati, perfino l'odiato porcellum.

Ufficio Stampa Sen.Antonella Rebuzzi
senatrice@italiachiamaitalia.com

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