In questi giorni c’è un gran fermento in campo politico con Berlusconi che lancia proclami e partiti. Poi cambia, rilancia, insiste, dice peste e corna del PD salvo poi incontrare Veltroni. Spiazza gli alleati che da mesi dicevano o proponevano un po’ le stesse cose, ma che in definitiva accusano il colpo del suo iper-attivismo. Mi auguro che tutto non si limiti ad operazioni di facciata alla “Bisogna che tutto cambi perché non cambi nulla”, come Tomasi di Lampedusa metteva in bocca alla nobiltà siciliana ai tempi dell’arrivo del “rivoluzionario” Garibaldi. Ho infatti un dubbio: è più importante la formula con la quale costruire una alleanza di centro-destra o i suoi contenuti? Non mi pare gran segno di libertà e di nuova politica far decidere solo (a pagamento, anche questi sono dettagli!) se il nome del nuovo partito dovrà essere “Partito del popolo delle Libertà” o “Partito delle Libertà” perché prima – o almeno insieme – del decidere l’etichetta andrebbe verificato il prodotto. Dov’è il programma di questo “partito-alleanza-contenitore” ? Quali le priorità, le linee-guida? Credo che questo sia il punto, anche se non ricorda nessuno. Non ci si può limitare a questa o quella formula elettorale sperando di avere il massimo per il proprio partito o movimento. Io vorrei far parte volentieri del “Partito delle Libertà” ma vorrei contribuire a scrivere un modesto testo di 5 paginette programmatiche – non di più! – in sui si indichino e si sottoscrivano le priorità di un futuro governo (spiegando anche dove si recuperino i soldi per farle). Non voglio grandi cattedrali costituzionali, ma almeno una buona,sana, efficiente “ordinaria amministrazione” purchè si distingua dal passato e faccia tesoro degli errori commessi.
Per scrivere un programma concreto occorrono non solo la simpatia e gli slogan del leader ma collaboratori seri e soprattutto voglia di lavorare. Un partito, una coalizione, una “federazione”, uno schieramento, un’alternativa (metteteci il nome che volete…) allora sì che cresce, ma solo intorno ad una piattaforma ideale e programmatica dove si concentrano tutti i potenziali alleati che la condividono, non calandola dall’alto. Altrimenti tutto rischia di essere solo ubriacatura populista, “ammuina” napoletana, non disinteressati incensamenti di giornali e TV di famiglia. Ho letto ieri su “Il Giornale” questa dichiarazione del sindaco di Catania, il medico dott. Umberto Scapagnini a proposito di Berlusconi: “ Silvio Berlusconi è una persona scientificamente fuori dal comune. Con straordinarie capacità di resistenza, creatività, dinamismo…Non ha bisogno di magie, ha un appeal che trascina, un spinta propulsiva che lo trasforma in un naturale sviluppatore di Dna…Un’altra sua dote è anticipare i tempi, fiutare l’aria. In buona sostanza andare incontro alle esigenze della gente prima ancora che la gente abbia modo di esprimere queste esigenze.” Perfetto, ma troppa adulazione mi preoccupa un po’: non era Starace (non Storace !!) quello che aveva inventato lo slogan “Il Duce ha sempre ragione”? L’esperienza insegna che non è finita troppo bene…
Il Punto