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Le favole dei fabulatori contro le storie dei potenti…

INTERVISTA AL MAESTRO DARIO FO

Come colloca la Sua storia di formazione rispetto al personale impegno politico, sociale e culturale?

Bisogna fare un salto. Da ragazzo vivevo in un paese che si chiama Portovaltravaglia nel quale vi sono un sacco di “fabulatori”…
Dipingevo, così d’istinto, frequentavo l’accademia e il liceo e ho frequentato anche il politecnico senza finirlo…e a un certo punto ho deciso di recitare, ma così proprio per liberarmi da un’angoscia che avevo. Questa angoscia era determinata dal lavoro che stavo svolgendo in quel momento. Facevo il tirapiedi, ossia chi realizza i progetti per gli architetti. Mi sono accorto che c’era del marcio e ho deciso di provare a fare l’attore per liberarmi da questa angoscia che mi era venuta. E di lì è partita questa mia carriera, questa mia vita. La base era quella della satira perché i “fabulatori” raccontano sempre in forma satirica. L’impegno politico era determinato dal fatto che sentivo proprio nel dopoguerra soprattutto, questa importanza di agire, di dire la verità… venivamo dal fascismo che era tutta una menzogna, retorica. Allora capovolgere la situazione in cui stavamo culturalmente, era necessario per trovare una forma di cultura alternativa soprattutto nel senso della collettività, della solidarietà…e da qui lanciare invettive contro coloro che mentono, che corrompono, che raccontano “storie” è stato inevitabile ed ho continuato così. Poi ho trovato Franca, Franca è davvero importante perché è una donna che ha sempre portato avanti un certo impegno politico straordinario, anche sociale, civile, morale e umano.

Come può il centro sinistra far fronte alle nuove ed incombenti sfide dettate da una società e da un mondo sempre più globalizzanti, segnati da diversità multiculturali e dalla coesistenza di variegate culture e differenti modi di essere e di pensare?

Il centrosinistra sta vivendo attualmente un momento difficile, anche perché non decide ancora di cambiare modo di fare politica. Il centrosinistra sta aspettando le situazioni e cerca di cavalcarle, vive di rimessa e non di azione diretta e questo naturalmente produce grossi guai. Per quanto mi riguarda vedo il mio essere entrato in politica in questi giorni, questa mia gara che sto conducendo, le primarie, un intervento positivo, innovativo, per riuscire a diventare colui che dovrà porsi in qualità di sindaco. Trovo che il centrosinistra abbia scelto un candidato che dia tranquillità, che abbia una credibilità per il fatto che viene dalla polizia, rappresenta l’ordine, è l’ex prefetto, ma non ha un programma di trasformazione della città, di cambiamento delle abitudini, una vera e propria strategia di rivoluzione sul piano della conduzione del traffico, del problema dell’atmosfera, delle questioni di quali propellenti usare, la trasformazione della planimetria della città, la coscienza che la città diventi nella sua periferia una sequenza di isole attive e soprattutto che abbiano un’autonomia, vale a dire l’idea di una metropoli, con un centro legittimo, ma con delle periferie che non si riducano a ghetti abbandonati o sovraffollati. Mi sono offerto al centrosinistra, ma ho notato subito che non aveva nessuna intenzione di scegliere un personaggio come il mio, perché aveva bisogno di accattivarsi la borghesia tranquilla, la borghesia che conta, il potere e i moderati. Infatti mi sono presentato anche sul mio sito come “non moderato”. Con i moderati non si va avanti, si rimane sempre in una stasi, in una semitranquillità, in verità i moderati sono coloro che frenano ogni espressione di trasformazione della società, di tensione dal basso.

Le ultime guerre in medio oriente fanno intravedere diverse tipologie di dittatura capitalista. Quali ne sono le caratteristiche e le negatività più salienti?

Queste nazioni sono governate da dei regnanti che oltretutto adesso hanno il petrolio e quindi impongono la loro forza e potenza, appoggiati dall’America, quasi sempre, che poi ogni tanto si ricorda che esiste la democrazia, quando questi personaggi non sono più utili o sono dannosi alla propria conduzione. Quindi il problema è togliere questa logica a cui devono pensare anche gli americani oltre che gli europei.

La Shoah ha precipitato l’umanità verso un abietto declino. Cosa occorre attualmente per esorcizzare ogni spettro di genocidio, stillicidio, di conflitto armato e di negazione di ogni tipologia di diversità all’interno del tessuto sociale? Esistono strategie politiche certe e determinate da parte dei partiti progressisti per far fronte a queste terribili evenienze?

Quando si è creato lo Stato di Israele, l’Inghilterra addirittura sovvenzionava gli arabi perché bloccassero l’arrivo degli ebrei, perché non volevano creare un altro stato che avrebbe chiesto l’indipendenza e non avrebbe più potuto dominare il territorio come voleva. In seguito, a un certo punto, come tutto il mondo europeo e gli americani, l’Inghilterra si è messa ad appoggiare la nascita d’Israele. Israele ha vinto la battaglia contro gli arabi, contro i musulmani, però è andato oltre, non si è fermato solo a fare la pace, a rispettare il regolamento, a stabilire dei confini, a cercare di avere una terra, permettendo però anche agli altri di averla. Invece si sono verificati degli atti di autentica sopraffazione. Tutta la ragione delle violenze che si susseguono una dopo l’altra e questo essere così sragionevoli da pretendere di risolvere tutto con la forza, naturalmente tutto questo ha creato reazioni a catena che hanno portato alla nostra attualità. Adesso sembra che Israele sia sulla via della ragione e stia accettando di restituire ai palestinesi una terra e di farli vivere con un minimo di dignità. Sarà una via lunghissima perché intanto si è creato un fronte grandissimo contro gli ebrei, contro lo stato di Israele, perché lo si vede come punta dominante e mano militare degli americani, i quali sostengono quegli stessi regimi che danno loro vantaggio soprattutto per l’estrazione del petrolio.

Quanto la Shoah è figlia del Cristianesimo?

Cosa hanno combinato i cristiani in Arabia? E in tutto l’Islam? Vi erano sottesi interessi di mercato di ricchezze in guerre che di religioso ammantavano solo pretesti, come il pretesto di liberare il santo sepolcro. San Francesco tornando dalla Palestina disse “credevo di dovere incitare i musulmani a fare la pace, ma ho visto che il vero problema sono i cristiani”.

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