IL 2007 dei portafogli vuoti

di Orio D'Audace

L’unica cosa sicura del 2007 è che la gente ha meno in tasca

Siamo giunti al numero 12 di questa rubrica del “commento alla politica tedesca” e tocca quindi a noi tirare le somme sotto questo 2007 politico e partitico. Cominciamo con la cosa che ci riguarda più da vicino: il nostro portafogli.
Il 2007 passa alla storia come l’anno della ripresa economica dei portafogli vacanti che vacanti restano. La televisione ci racconta di una riduzione della disoccupazione, del consistente risanamento dei conti pubblici, di somme record dell’export tedesco.
Notizie ottime e rassicuranti che però alla fine del mese diventano paradossali, quando piovono in casa le bollette d’acqua, luce e gas, quando vai a fare benzina e quando vai a comprare libri e quaderni per i bambini. Insomma: anche quest’anno termina con i politici soddisfatti per la ripresa economica e con le famiglie che di questa ripresa non ne traggono alcun beneficio immediato.
Un’altra voce importante di questo bilancio 2007 riguarda la sicurezza e la pace sociale. Lo sciopero dei ferrovieri, lo sciopero delle poste, lo sciopero dei macchinisti tutte cose che sembravano non dovessero mai sfiorare una Germania da sempre fissata in maniera maniacale della pace sociale.
Altro che: il 2007 è stato l’anno degli scioperi e non è ancora conclusa la discussione sul Mindestlohn sulla paga minima che per legge dovrebbe garantire “un minimo dignitoso dei salari”. Gli stessi salari che la “Riforma Hartz” mise spudoratamente in mano agli squali delle agenzie private di collocamento e che furono ridicolizzati con la malsana creazione del “1 Euro Job”.
I potenti sindacati tedeschi nuotano a loro volta in alto mare e fanno fatica a tessere alleanze con i partiti al governo ed all’opposizione. Il flirt Spd-Dgb (socialdemocrazia e sindacati confederati) è andato a farsi benedire da parecchio tempo, al momento in cui il cancelliere Schröder preferiva il corteggiamento dell’industria automobilistica a quello, forse meno raffinato, dei sindacati riuniti.
Gli stessi sindacati, fondamentalmente conservatori, fanno fatica a trovare in Oskar Lafontaine, autoproclamatosi con Gregor Gisy difensore unico della classe operaia, l’alleato politico che potrebbe mettere in parlamento la questione operaia al primo posto dell’ordine del giorno.
La Fdp, il partito dei liberali illuminati e con l’ambizione di voler rappresentare la classe dirigenziale, imprenditoriale, dinamica della società tedesca, ha perso a sua volta il ruolo di interlocutore politico dell’imprenditoria tedesca al momento in cui è stata scaricata dalla Cdu dal carrozzone del governo.
Sono i Verdi piuttosto che si avvicinano sempre più ai giovani imprenditori, soprattutto a quelli che si occupano d’agricoltura moderna e di impianti eco-energetici, offrendosi come lobby di una branca che ha davanti a se un futuro che è tanto roseo quanto il numero delle catastrofi ambientali annunciate a breve e media scadenza.
E il governo federale? La “Grande coalizione”? Togliamoci il cappello e facciamo i migliori complimenti a questi maestri funamboli dell’equilibrismo partitico. Come in tutte le situazioni della vita, anche al governo il numero dell’equilibrista è molto vicino a quello dei pagliacci.
Merkel, Müntefering & Co sono riusciti ad assolvere il loro ruolo con impressionante serietà e prussiana autodisciplina. Il 2007 è stato anche l’anno dei clamorosi addii dalla scena politica: addio Stoiber, addio Müntefering. I due meritano tutto il rispetto per il lavoro svolto. Il loro abbandono del lavoro parlamentare ha curiose parallele: entrambi silurati dai propri partiti.
Stoiber vittima di una specie di congiura a palazzo che pretendeva spazio da uno che intendeva “occupare il posto” per altri cinque anni e Müntefering sacrificato sull’altare dell’autodefinizione di un partito al limite della spaccatura tra “governisti e partitisti”. E Angela Merkel? Lei chiude bene il suo 2007.
All’orizzonte non s’intravede nulla e nessuno in grado di contrastarla. Il suo alleatoavversario Spd esce da quest’ anno di lavoro di governo indebolito e malconcio. La sinistra di Oskar Lafontaine non attingerà voti dal bacino elettorale Cdu-Csu, indebolendo Spd e Verdi. All’interno della Cdu- Csu, dopo Stoiber, nessuno è in grado di contrastare il ruolo di leader di una Angela Merkel che tanto somiglia, soprattutto nella politica estera, al suo mentore Helmut Kohl.
Al momento la differenza tra i due è una ma fondamentale: Kohl si affermò contro avversari politici di straordinario spessore, da Franz Josef Strauss a Helmut Schmidt. La Merkel invece non ha ancora incontrato sulla via del suo potere ostacoli veramente grossi. Anche il 2008 si prospetta quindi tranquillo per la Cancelliera, che però, prima o poi, dovrà dimostrare di essere all’altezza anche quando non sarà circondata solamente da simpatici nanetti.

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