On. Angela Napoli Componente Commissione Nazionale Antimafia

Ancora una volta la Calabria viene sbattuta in prima pagina sulla stampa nazionale e regionale ed ancora una volta per responsabilità della sua “casta” consiliare regionale.
La Procura generale della Corte dei Conti di Catanzaro ha, infatti, deciso di indagare sul quasi certo “danno erariale” che il Consiglio regionale sta continuando a perpetrare nei confronti dell’intera Calabria. Ormai da circa due mesi la componente di Alleanza Nazionale calabrese “Risveglio Ideale”, che fa capo alla mia persona, ha avviato la petizione popolare per chiedere lo scioglimento del Consiglio Regionale. E tra i motivi della richiesta ha posto anche l’inattività dello stesso Consiglio a fronte di un’indennità mensile, percepita dai singoli consiglieri, che risulta tra le più alte d’Italia. Quanto sta emergendo dalle indagini della Guardia di Finanza aggrava certamente l’immagine del Consesso regionale calabrese e comprova la necessità di proseguire con la petizione avviata.
Già nel corso di una trasmissione televisiva, presso una rete calabrese, avevo riportato, circa due mesi fa, la vergognosa inattività, oltre che del Consiglio regionale, anche di molte Commissioni permanenti, a fronte di un’ ingiustificata spesa delle relative strutture, caratterizzate da numerosi dipendenti, collaboratori, esperti e consulenti, dei quali, peraltro, non è dato conoscere il tipo di lavoro profuso. Ieri il Consiglio regionale, riunitosi dopo un lungo periodo di inattività iniziato prima della pausa estiva ed interrotto solo il 5 settembre 2007 per riconfermarsi il mantenimento delle poltrone costituenti l’Ufficio di Presidenza consiliare, considerata l’indagine in corso, ha ritenuto, in modo alquanto spudorato, di approvare “l’interpretazione autentica da dare alla legge sulle strutture speciali”, varata ben 10 anni fa. Il tutto per chiarire che i vari collaboratori di fiducia “non hanno vincoli di orario se non quelli definiti dal capo struttura”.
Poveri contribuenti calabresi! Dopo questa nota del Consiglio regionale (frutto certamente di pesante lavoro!), oggi sono costretti ad apprendere che le 11 Commissioni regionali consiliari sono già costate, dall’inizio dell’attuale legislatura, più di 400 mila euro l’una e che il responsabile della struttura che ruota attorno ad ogni presidente di commissione percepisce ben 5.856 euro lordi. Sono, altresì, costretti a leggere che due commissioni non si sono mai riunite e che la commissione regionale antimafia, di una Regione così pressata dalla ‘ndrangheta, si è riunita solo 7 volte.
Naturalmente l’elenco dei citati costi non può essere affiancato da un elenco che riporti il frutto del lavoro prodotto, perché il relativo albero non è stato mai piantato.
E se accanto all’elenco dei costi venisse aggiunto quello dei consiglieri ed assessori regionali, diciamo solo controllati dalla Magistratura, davvero diventerebbe inconcepibile pensare che questo Consiglio regionale possa ancora rimanere saldo su quelle poltrone. Tra l’altro, il suo scioglimento contribuirebbe a togliere l’affanno con il quale il Governatore calabrese, Agazio Loiero, incurante di quanto sopra, sta cercando la sua sopravivenza con la costituzione della quarta Giunta regionale, dopo due anni e mezzo di legislatura!

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