Rete consolare: i parlamentari eletti nella Circoscrizione “Estero” chiedono a Prodi e a D’Alema di riconsiderare la chiusura del Consolato di Edmonton e di predisporre un piano programmatico condiviso.
11 parlamentari eletti nella Circoscrizione “Estero” hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro degli Affari Esteri Massimo D’Alema e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa Schioppa chiedendo un immediato ripensamento della decisione di chiudere o declassare il Consolato di Edmonton in Canada e manifestando la loro disponibilità a partecipare ad un tavolo di lavoro con il Governo e il Ministro degli Affari Esteri per discutere della ristrutturazione della rete diplomatico-consolare.
I deputati Bucchino, Bafile, Cassola, Farina, Fedi, Narducci, Razzi e i Senatori Micheloni, Pollastri, Randazzo e Turano, se da una parte riconoscono le ragioni che hanno spinto il Ministero degli Affari Esteri ad avviare una operazione di ristrutturazione della rete consolare, dall’altra affermano di non comprendere le scelte effettuate dal Governo su questo delicato settore, come ad esempio la decisione di chiudere il Consolato di Edmonton, uno dei soli 4 uffici operanti in Canada.
I parlamentari rilevano come i nostri connazionali all’estero hanno la netta impressione che i servizi a loro destinati siano considerati meno importanti di altre aree di intervento dello Stato e come la rete consolare abbia subito negli ultimi anni drastiche riduzioni sia come numero di sedi che di organico del personale. Viene quindi sollecitato un piano programmatico complessivo sull’assetto che s’intende dare nel medio periodo alla presenza dell’amministrazione dello Stato all’Estero a fronte di quella che essi considerano la mancanza di una strategia di valorizzazione delle sedi consolari, che in una visione sistemica rappresentano un investimento importante per il nostro Paese.
In merito alla sede consolare di Edmonton, i parlamentari esprimono il loro totale dissenso sulla decisione presa, anche in ordine alle modalità che l’hanno guidata: non vi è stata alcuna consultazione con i rappresentanti istituzionali degli italiani residenti in Canada e con i Parlamentari eletti all’estero con la conseguenza di una crescente mobilitazione della comunità italiana avversa alla decisione di chiusura.