Il brutto momento dei repubblicani

L’analisi di coscienza dei conservatori nell’ attesa del confronto di domani

HOUSTON, TEXAS – Domani ancora un confronto fra i candidati repubblicani alle presidenziali 2008 mentre si cerca di fare il punto della situazione che, per il partito del Presidente, non sembra proprio promettere molto di buono. Giuliani è già in discussione, come altri compagni di cordata, mentre c’e’ già chi afferma che per ristabilire fiducia in un marchio danneggiato dalla pubblicità negativa occorre molto tempo. Adesso, anche se non si tratta degli hamburger di una nota catena di fast food, si pensa all’impopolarità del presidente e del danno fatto ai Repubblicani che dovranno scontrarsi con Hillary Clinton e con Barack Obama mentre alla Casa Bianca viene in visita da premio Nobel Al Gore che, oltre a rifarsi moralmente dalla sconfitta elettorale subita, da' lustro agli altri Democratici per l’attenzione che dedicano ai temi dell’ecologia. In special modo, s’e’ smorzata la forte componente patriottica che fece seguito all’abbattimento delle torri gemelle di New York ed ora, secondo le ultime statistiche sembra che in alcuni stati, sia meno del ventisette percento della popolazione quella che si professa d’idee repubblicane, mentre molti dei consensi conservatori sembra siano migrati verso il terzo polo indipendente che raggiunge invece il trenta percento e che non ha quindi alcun complesso d’inferiorità’ anche rispetto ai Democratici.
Ciò che danneggia maggiormente Giuliani e gli altri candidati, che avrebbero dovuto ereditare l’amministrazione di Bush, è la consapevolezza che il capo della Casa Bianca non è l’unico responsabile dell’attuale situazione per nulla brillante del paese. Tra gli Americani serpeggia il sospetto che neppure con i Repubblicani al timone della barca s’abbassino le tasse e si spenda di meno e, se qualcuno avesse qualche dubbio a questo proposito, ci sono sempre le megaspese necessarie tutti i giorni per continuare con l’impegno nelle guerre d’oltremare, in Afghanistan ed in Iraq. Si dovrà dunque tentare di recuperare i voti perduti con iniziative in grado di raccogliere il consenso della base tradizionalmente conservatrice e l’impegno d’Annapolis, inteso a dimostrare la buona volontà di Bush di farsi come Bill Clinton mediatore di buona volontà per il ristabilimento di una pace duratura tra Israele ed i Palestinesi è stata intesa anche come un tentativo per spezzare una lancia a favore dell’amministrazione repubblicana che non e’ solo interessata al rullo dei tamburi di guerra.
I concorrenti repubblicani in gara dovranno cercare, prima di tutto, di ricostruire la fiducia dei loro elettori e per farlo dovranno chiarire specialmente quali sono i punti programmatici che li accomunano.
In genere, sotto l’attacco deciso dei Democratici, si pensa a distaccarsi ed a differenziarsi da Bush per discutere ed affrontare i problemi connessi ad una politica sociale, alla parte che dovrà avere il governo nell’estensione dell’assicurazione medica ed alla questione spinosa dell’emigrazione. E’ veramente curioso dover constatare come in queste elezioni i concorrenti repubblicani hanno impostato tutta la loro strategia sul tema dalla svolta e del cambiamento rispetto al loro attuale presidente ed, a riprova di ciò, s’e’ visto che Bush è presente nei discorsi dei Democratici molto di più di quanto non lo sia in quello dei suoi colleghi di partito.
Aleggia specialmente sopra tutto e tutti lo spettro della guerra senza fine che continua a bruciare milioni di dollari e giovani vite umane e si conferma quindi una previsione quasi profetica, enunciata già da molto tempo che, alla fine, il presidente venuto dal Texas sarebbe stato giudicato in base dell’andamento e della conclusione della guerra in Iraq. Non è quindi difficile intuire che anche i candidati alle presidenziali del suo partito hanno proprio paura che questo giudizio possa avere un impatto negativo anche nei loro riguardi e che chi se ne avvantaggera’ sara’ solo il cartello avversario con Hiilary Clinton e Barack Obama che non perdono alcun’occasione per lanciare le loro critiche contro Bush ed i suoi tutte le volte che ne hanno la possibilità.

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