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On. Michele Frattallone, Presidente della C.N. del CTIM-USA

Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo

Va pensiero, al parlamento una domanda: L’Italia ha la sua sovranita’ nazionale?
O, mia Patria, spero tu non sia perduta, gli italiani hanno combattuto molte guerre per essere unita e libera, tutto questo fu possibile, perche’ i tuoi migliori figli si immolarono per nobili ideali e l’Italia difese la liberta’e conquisto’ l’indipendenza, ed attivamente opera per la pace nel mondo. L’italia repubblicana ha ereditato: L’ inno nazionale che ne descrive l’epopea dalle origini all’unita’ d’Italia; La bandiera che e’ il vessillo dai tre colori: verde, bianco e rosso, meglio descritta dal poeta e scrittore Giosue’ Carducci, dal oltre due secoli simbolo sacro della nostra identita’ nazionale; Ed il popolo con le radici cristiane, con le tradizioni e le sue Istituzioni, ma soprattutto libera e sovrana, capace di poter difendere il territorio nazionale. Ed ora chiedo a me stesso, dov’e’ l’Italia, la mia patria.
Le guerre del risorgimento, la I guerra mondiale, la monarchia, il regime fascista e la II guerra mondiale, in quell’epoca remota non fu un paradiso, ma con un popolo unito, ordinato e disciplinato ed i responsabili della politica nell’arco del periodo dal risorgimento al 1938, ebbe il senso dello stato e credette ai valori umani e cristiani. Vi assicuro che non ci fu ricchezza, e molto lontani dall’abbondanza, ma non manco’ l’assistenza, l’educazione e sanita’ supportato dall’apparato statale che assicuro’ l’insegnamento scolastico ed il servizio ospedaliero a tutti i figli delle famiglie italiane. Se oggi la maggioranza del popolo italiano parla perfettamente la lingua di Dante, quello e’ merito della politica interna promossa dal ventennio. In quel periodo le famiglie furono molto piu’ protette ed i bimbi d’Italia crebbero sani, disciplinati ed osservanti alle leggi di quel periodo.
E che dire dello Sport italiano che conquisto’ i suoi meritati primati in moltissime displine sportive. Gli italiani non pretesero miracoli economici perche’ le forze lavoro furono impegnate prevalentamente per l’agricoltura. Per trasformare la nostra economia su nuovi orientamenti di carattere industriale e le deficienze di sempre, furono ieri come oggi, la mancanza delle materie prime. Agli industriali italiani la materia prima fu possibile trasformarla, ma la riorganizzazione industriale su scala nazionale non fu possibile realizzarla in tempi brevi. La politica colonialista molto piu’ estesa faceva ombra nonche’ ostacolata dagli alleati della I guerra mondiale, in modo particolare l’Inghilterra e la Francia, che per l’attraversamento del Canale di Suez le truppe italiane inviate in Africa Orientale, l’Italia di allora, dovette pagare in oro per ogni legionario a bordo delle navi destinate nei lontani territori del Continente africano (Eritrea, Somalia e per ultima l’Etiopia).
Per quanto fosse stata superata quella politica coloniale, comunque fu praticata anche da molte nazioni europee, i nostri legionari per il brevissimo tempo di permanenza lasciarono un segno tangibile con l’am- ministrazione coloniale che ebbe a costruire le scuole, gli edifici ed altre strutture. Le strade, testimonianze della continuita’ che una ventina secoli e prima della nascita di Gesu’ Cristo, i legionari dell’Impero Romano seppero costruire strade ed edifici, che il tempo non ha cancellato. Quanto descritto non e’ retorica, ma un pensiero alla memoria come furono gli italiani, l’epoca vissuta e come fu gestita la politica interna ed estera. infatti, l’italiano all’estero, non solo era rispettato ma ebbe un governo forte che poteva difenderlo.
L’idea di un solo partito non fu condivisa da tutti, ed i dissidenti non furono pochi, ma non ebbero la forza di essere pericolosi nei confronti del partito, totalitario, che gesti’ il potere, con molta attenzione per le famiglie delle fasce piu’ deboli. Dopo il’ 25 luglio del 1943 con la caduta del regime fascista voluta dai gerarchi nell’ultima seduta del Gran Consiglio che sfuduciarono il duce, capo del fascismo e del governo. Il re Vittorio Emanuele III di Savoia, che a seguito della drammatica situazione affindo’ l’incarico al Marescialo d’Italia Pietro Badoglio che formo’ il nuovo governo e la guerra continuo’. Il popolo italiano si comporto’ prudentemente come se tutti gli italiani fossero stati dissidenti, questo atteggiamento limito’ ai minimi termini le reazioni politiche ed evito’ la guerra civile. L’evento ancora piu’ tragico maturo’ con l’armistizio incondizionato firmato il 5 settembre, fu operativo l’8 settembre del 1943, purtroppo, una serie di meccanismi legati all’ armistizio non funzionarono, l’inatteso’ annuncio ufficiale diramato anzitempo, procuro’ un disastro ben piu’ grave della disfatta di Caporetto subita nell’ ottobre del 1917 e l’anno successivo la riscatto’ con una Vittoria folgorante a favore dell’italia, travolgendo l’esercito piu’ potente del mondo. Nel secondo periodo bellico, l’armistizio firmato con gli angloamericani si rivelo’ con un’altro penoso calvario molto piu’ grave della stessa II guerra mondiale e fu appesantito anche dalle conseguenze del trattato di pace firmato a Parigi nel 1947.
Dal periodo anteguerra all’anno 1938, non fu una liberta’ concepita come quella garantita dalla democrazia, come e’ vero che mai avrei immaginato la debolezza della politica italiana, che tutti hanno avvertito in questo periodo storico. Si e’ vero, oggi c’e’ la democrazia, ma si percepisce che l’essere integrati all’Unione Europea, l’Italia corre il rischio dell’annullamento della sovranita’ nazionale ed il popolo che e’ sovrano come lo stabilisce la Costituzione, gli italiani, non furono chiamato ad esprimere come nel 1946 per il Referendum tra l’Istituzione Monarchica e quella Repubblicana.
Le azioni politiche non condivise potrebbero avere prodotto piu’ cose negative che positive. I primi fondatori tra cui l’Italia, mirarono essenziali obiettivi giustificabili, all’epoca fu uno scenario politico molto diverso e non si ipotizzo’ che un giorno l’Italia sarebbe stata soggetta a possibili limiti nell’ambito della sovranita’ dei suoi confini nazionali. Questi sono i temi da discutere seriamente. A chi e’ utile la democrazia se l’Italia non piu’ libera di varare leggi o provvedimenti di espulsioni dal nostro Paese contro gli immigrati illegali, gli extracomunitari o comunitari che compiono atti illegali, come spaccio di droga, prostituzione, furti ed altri reati gravissimi come omicidi ai danni di persone anziane e quelle piu’ deboli non in grado di poter opporre resistenza allo scopo di difendersi.
Come e’ possibile che una nazione come l’Italia debba subire limitazioni nel legiferare condizionandola a ritadare procedimenti d’emergenza per garantire la sicurezza al cittadino italiano ed altri residenti in Italia, che pagano regolarmente le tasse dovute allo stato, Quindi, viene naturale non condividere la sudditanza all’Unione Europea. Se queste sono le condizioni, la UE non dovrebbe essere considerata una Federazione, ma con lo status attuale come Associazione di Nazioni e che ognuna di queste il diritto della sovranita’ nazionale. Sono inaccettabili le limitazioni all’Italia che per legiferare debba essere vincolata alla politica dal parlamento europeo.
L’Italia continuando il cammino sul binario dell’integrazione europea, traggo una logica conclusione: temo che all’Italia in futuro subira’ il ridimensionamento della sua sovranita’ nazionale e si percepisce che la politica quella esercitata al parlamento, faccia poco per la fascia piu’ debole della societa’ italiana. Ai leader di partiti italiani ed ai parlamentari italiani indipendentemente dalle loro tendendenze o appartenenza agli schieramen- ti politici, chiedo risposta alla mia domanda: L’Italia ha il diritto di difendere la sua sovranita’ nazionale?

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