IDEAZIONE POLITICA ED EFFETTUALITA’

La ragione della situazione tragica ma non seria nella quale versa la sinistra italiana sta in un divario tra “ideazione politica” ed “effettualità”, nel significato della parola tedesca “Sachlichkeit”, cioè le condizioni materiali con cui l’ideazione deve fare i conti, come ci ha ricordato di recente il filosofo Fulvio Papi.
Di questa “effettualità” fanno parte, anche a sinistra, calcoli di potere, posti, carriere, rendite di posizione, narcisismo mediatico (sfrenato) di leader, comprimari e comparse
Se ai dati strutturali si aggiunge il convincimento (per certuni agghiacciante) secondo cui siano alle porte, o comunque probabili, elezioni politiche anticipate, tutto diventa chiaro. A chi volete che interessa discutere di socialismo nel XXI secolo? O di quale critica armarsi nei confronti del capitalismo contemporaneo? O di come superare le disuguaglianze? Ovvero di come far fronte all’emergenza ambientale? Stanno per arrivare le elezioni.
E se le elezioni sono vicine c’è una sola scelta da fare: individuare l’assetto elettorale più idoneo a garantire la propria rielezione.
In base ai sondaggi (quante previsioni errate in loro nome!) una “Cosa Rossa” vale(va) il 12 o forse il 14 per cento, mentre la Costituente Socialista viaggia(va) intorno all’ 1,5.
Oplà, la scelta è fatta. Non importa che una sinistra al 15% sarebbe la più debole d’Europa, ossia assolutamente inadeguata a far passare politiche a favore delle classi popolari e dei diritti dei cittadini.
Altro corollario della tesi è che, se si deve andare a votare, meglio farlo con la legge vigente, perché pone una soglia di accesso bassa (2% ed anche meno) ed ha le liste bloccate. I gruppi dirigenti si possono rinominare senza farsi giudicare dal popolo dei loro elettori, militanti ed iscritti.
Se Atene piange Sparta non ride. Nella Costituente Socialista si fanno gli stessi calcoli elettorali, tant'è che si lascia aperta la possibilità di presentarsi in collegamento elettorale con il PD. Beh, laicità ed embrioni a parte, con quel partito ci sono più affinità programmatiche che con Sinistra Democratica, per non parlare dei “comunisti”.
In tutte queste scelte la dimensione etica scompare. Eppure solo l’etica potrebbe salvare la sinistra. Solo l'etica potrebbe essere antidoto al grilliamo: etica individuale e di gruppo (due poli in relazione precaria tra loro). Beninteso, non abbiamo bisogno di moralismo fine a se stesso, ma di un’etica politica.
Se si ragionasse sui fondamentali della scelta socialista, si riscoprirebbe la convinzione per cui, quali siano le nostre individuali insufficienze, in un’azione comune è possibile superarle e perciò modificare lo stato di fatto e agire sull’effettualità. Un'altra effettualità è possibile.
Nel concreto popolo della sinistra, composto da tanti individui, non in quello astratto e mitico concepito come soggetto politico collettivo cosciente, esiste tutavia un comune sentire, una volontà di agire, un rifiuto di darsi per vinti.
Si parta da lì,si susciti partecipazione, si faccia quel che si deve, succeda quel che può, come amava ripetere il compagno Pietro Nenni. Il tempo per mandare tutto e tutti “a quel paese” (non mi piace l’espressione volgare ed omofobica di Beppe Grillo) può ancora aspettare.(ADL)

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