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Fate l’amore, non la guerra

di Carla Baroni

Si conclude con questo intervento della poetessa veronese Carla Baroni il ricco dibattito culturale apertosi con l'uscita di “L'empietà di Marte”, l'elogio finemente tessuto da Giuseppe Muscardini ai “giovani che ripudiano la guerra”.

In questo ultimo libro dal titolo L’empietà di Marte (Zurigo, Tragelaphos, Quaderni de «L’Avvenire dei lavoratori», 2007), Giuseppe Muscardini prende le mosse dall’assunto, enunciato in premessa, che non tutti i giovani sono inclini a compiere bravate ed atti delinquenziali per la smania di uscire dall’anonimato, ma che al contrario molti di loro aderiscono ancora con passione agli ideali di fratellanza e solidarietà. Ideali che si perpetuano di generazione in generazione con le varianti del momento storico. Quarant’anni fa, nelle piazze gremite di giovani contestatori, echeggiava il grido esortativo di Fate l’amore e non la guerra.
Uno slogan apparentemente poco impegnato, ma anche leitmotiv di un movimento di giovani che nel novembre del 1966 accorsero da tutto il mondo per “ripulire” Firenze dall’alluvione, salvando così dalla distruzione capolavori di inestimabile valore.
Per sostenere la sua tesi Muscardini non si avvale di dotte considerazioni filosofiche, ma analizza opere letterarie e artistiche in cui è possibile leggere il rifiuto della guerra. Questo conferisce al libro un taglio originale, anche se talvolta le conclusioni possono apparire un po’ forzate. In pratica i capitoli assumono il rilievo di piccoli saggi autonomi, molto diversi tra loro per argomento e contenuto, mentre altri risultano essere dei veri e propri cammei inseriti nel tessuto discorsivo per dare maggiore vigore al proposito morale del libro.
Nel primo è il giovane Törless, protagonista dell’omonimo romanzo di Robert Musil, ad offrirci la chiave di lettura di un mondo apparentemente idilliaco, ma già bacato da fermenti politici in cui si insinua e si alimenta il germe delle cultura nazista. Musil-Törless è segnato da un’infanzia difficile, fra due genitori che sfogano sul figlio le esasperazioni del loro disaccordo coniugale, sorto a causa di un pernicioso e prolungato ménage à trois. Il disagio trasforma il piccolo in un ragazzo violento – oggi si direbbe caratteriale – e presto viene trasferito in un collegio militare dove assiste, o ne è partecipe, ad aberranti liasons. Come ne esce l’adolescente? Con la scrittura diventata autoanalisi, mezzo e fine per abbracciare più tardi convinzioni etiche, esposte sui fogli del «Soldaten Zeitung». Nell’esercito quella ferocia individuale coltivata all’interno dei collegi militari, è diventata ferocia di massa, non necessaria, eppure condivisa dalle alte sfere del comando austro-ungarico.
Se Musil-Törless raggiunge la maturità attraverso una continua introspezione, scavando dentro al suo personale inferno, ben diverso è il percorso di Luigi Peroli (autore di Memorie manoscritte), che durante l’adolescenza ha nel padre militare il faro illuminante. In lui fedeltà e solidarietà sono strettamente connesse alle azioni militari, ma alla fine la visione del mondo ereditata dal padre non ripagherà tutta quella dedizione. Qui il j’accuse non è tanto contro la guerra, bensì contro l’ottuso ordinamento militare. Ma è con TimiÅŸoara che si configura un secondo filo conduttore del libro.
In questo saggio e nei due successivi, l’autore si addentra nelle dinamiche storiche della rivoluzione romena del dicembre 1989; contestualizza il periodo e gli eventi traducendo dal francese e commentando le liriche di Evgene Tănase, un poeta-intellettuale oppositore del regime di Nicoale Ceausescu. Poesia, quindi, come strumento per accrescere il valore della cultura della non violenza e della civile coesistenza. Ai giovani Muscardini rivolge un conclusivo appello, perché sempre si sforzino di andare nella direzione di una cultura di pace, preferendo alla guerra e alla violenza quel bacio a tutto il mondo che Gustav Klimt sembra auspicare con il celebre Fregio di Beethoven. Ne risulta un libro complesso e affascinante, con efficaci rimandi culturali offerti al lettore.(ADL)
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*) Carla Baroni è nata a Cologna Veneta (Verona). Ha pubblicato le sillogi di poesia: Lo zufolo del Dio silvano (Roma, Sovera), Mi giudichi sol Dio e mi perdoni (Ferrara, Schifanoia), Variate iterazioni (Foggia, Bastogi) e Origami di stoffa (Foggia, Bastogi). Ha ottenuto diversi riconoscimenti e premi

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