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Ieri Berlusconi mi ha ritelefonato, dice che gli devo una cena il suo invito mi ha fatto pubblicità 

Al di là delle polemiche seguite alla visita all’on. Berlusconi, si è trattato di una chiacchierata?

Indubbiamente. Il punto è questo, fa parte del mio stile direi. Stile che si è formato nel mio paese di grande democrazia, l’Australia. Per quanto mi riguarda, il mondo della politica non deve necessariamente essere una giungla ma un momento per rapporti umani e civili. Il fatto che io abbia accettato l’invito di Berlusconi significa proprio questo, discutere con un uomo che fa parte delle vita politica nazionale senza nessuna intenzione di passare dall’altra parte.

Cioè lei ha accettato l’invito per andare a sentire cosa volesse?

Sì a sentire quali potessero essere le sue argomentazioni. Mi ha chiesto effettivamente di passare con la CdL. Dal canto mio gli ho confutato una delle sue riserve mentali ed ossessioni contro i comunisti. Lo scandalo secondo lui di far parte di una coalizione in cui sono presenti i comunisti. A questo gli ho contestato l’amicizia della CdL con la Lega Nord. Gli ho fatto presente che la lega nord è stata la mia carta vincente in campagna elettorale che ho condotto alle politiche. Nel paese dove vivo infatti, c’è un forte sentimento di attaccamento all’Italia ed alla sua unità. Un movimento anti italiano, antiunitario, antinazionale, antimeridionale in particolare, ovviamente ha sporcato anche l’immagine dell’Italia. All’estero, c’è poca fiducia nei riguardi della Lega. Lui ha incassato richiamandosi ad una teoria molto generica dicendo solo che bisogna tagliare le ali estreme di ambedue i poli.

Ma lei non gli ha chiesto per quale motivo avrebbe dovuto passare con lui?

Prima di tutto, devo continuare a smentire che ci siano state offerte in denaro. Non ci sono state. Ci sono state invece delle offerte che sono direi più allettanti del denaro. Di deleghe del governo quelle di una sicurezza di candidatura alle prossime elezioni, non soltanto nella circoscrizione estero ma anche contemporaneamente in un collegio nazionale. Senza dubbio è un incantatore di serpenti.

Lei che gode fama di essere una persona eticamente irreprensibile, non trova che un passaggio di questo tipo sia stato disdicevole? Ai suoi elettori cosa avrebbe detto?

Infatti, non so proprio cosa avrei potuto dire ma si tratta di una questione ipotetica che non si sarebbe mai potuta verificare e lo sapevo a priori che non si sarebbe mai verificata. Non avevo nessuna disponibilità a muovermi in quella direzione. Ora dico che è legittimo per un leader politico in un momento così delicato di pesi e contrappesi in una situazione così delicata, cercare di portare dalla propria parte uomini politici dell’altra parte. Solo che non sarebbe normale e legittimo né eticamente accettabile che qualcuno si lasciasse influenzare. Credo che nessuno sia stato irretito in questa campagna “acquisti” in senso molto lato, ma che nel passato ci sia stato almeno un caso un elemento che si è fatto irretire e per denaro, senza fare nomi, è innegabile. Senza fare nomi. In inglese si dice che se il cappello ti sta bene, indossalo pure.

Lei è stato chiamato da Berlusconi, ha deciso di accettare l’invito, sapeva anche quale era il motivo, e sapeva anche che cosa avrebbe risposto, allora ci è andato per arricchire il suo bagaglio di esperienza e basta?

Sì, assolutamente, ecco perché come ho detto prima il mondo della politica non può essere soltanto la giungla, una contrapposizione feroce, ma è anche quello di incontri e di confronti di idee. Non solo, ma potrei anche rifarlo e ritornare da Berlusconi in visita. Ieri mi ha telefonato per dirmi che gli devo una cena per ringraziarlo della popolarità acquisita per merito suo per cui sarei in debito e mi tocca ripagarlo con un cena. Io metto le cose su questo piano umano e civile, nel contesto dei rapporti umani.

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