Ferrigno (FI): "La meritocrazia, contro il precariato"

Il problema del precariato è oggi tanto sentito e discusso che spesso si allarga nei dibattiti alla condizione umana, anche esistenziale; c'è forse la volontà di sdrammatizzare, ma si ottiene l'effetto di accentuare, soprattutto nei giovani, le paure per il futuro.

Senza ricorrere alle abusate e estemporanee lezioni di economia sulla validità della legge Biagi, diventata fertile terreno di scontro politico e sulla quale tutti pontificano senza averne precisa conoscenza, basterebbe un pò di buon senso e di onestà intellettuale per fare ammettere alla sinistra e ai sindacati referenti che flessibilità e dinamismo occupazionale sono parole diaboliche per chi si preoccupa di fissare per contratto il diritto perpetuo allo stipendio alle ferie alla pensione, dimenticando di chiedere quale sia il lavoro da svolgere e di considerare se si è qualificati per svolgerlo.

Mettiamo in chiaro la nostra posizione: si vuole superare il precariato nella pubblica amministrazione? Nessuno pensa di ostacolarne il percorso legislativo: purchè sia rispettato il principio del merito, della selezione, delle accertate capacità del personale attraverso la documentazione dei titoli e dei curricula.

Non è certo questa l'ottica che muove Rifondazione comunista, ideologicamente propensa a risolvere i problemi della disoccupazione offrendo a man bassa a chiunque il posto fisso nelle varie amministrazioni statali, partendo dall'astuzia della chiamata di un giorno o due, tanto per coprire la finta urgenza, fino all'assunzione garantita semplicemente per anzianità di servizio. Con buona pace del titolo di accesso al lavoro. E con aumento degli iscritti al partito e al sindacato.

Da qui lo sfascio negli uffici pubblici, nelle scuole, nella sanità, dove le sacche dell'inefficienza e dell'assenteismo aumentano in modo esponenziale, proprio perchè legate alla mancanza di professionalità e di etica, conseguenziale alla forma deviata di assunzione.

Gli amici degli amici? Non finiranno mai di tirarci per la giacca promettendo fedeltà eterna e voti a iosa. Dimentichiamo per una volta gli interessi personali e pensiamo a far funzionare la complicata macchina statale, reclutando con senso di responsabilità e lungimiranza, come avviene nel settore privato, dove chi produce è premiato e l'incapace e l'ozioso vanno a casa.

Ufficio Stampa On.Salvatore Ferrigno
salferrigno@italiachiamaitalia.com

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