Caro Beppe,
sono un italiano residente all'estero, in Colombia. Venerdi' scorso, sono andato ad un concerto dell'Orchestra Filarmonica di Bogotà, a Bogotà, che ha eseguito il Concertino per clarinetto ed ochestra di Francisco Mignone, compositore brasiliano di genitori italiani vissuto nel secolo scorso. Questo bellissimo concerto mi ha fatto riflettere sull'esistenza di una cultura italiana all'estero, sparsa per tutto il mondo ed in gran parte ignorata dalla cultura italiana della nostra penisola. Noi italiani residenti all'estero abbiamo il voto, si fa il concorso di Miss Italia all'estero, tutte iniziative molto positive, ed e' arrivata l'ora di riconoscere la cultura italiana all'estero. Compositori di grande importanza nei loro paesi di residenza (Francisco Mignone e Radamès Gnatali nel Brasile, Pedro Biava nella Colombia, Renzo Brascesco nel Perù, per fare qualche nome), pittori come Umberto Giangrandi nella Colombia e Candido Portinari nel Brasile. Cè tutta una letteratura italiana all'estero scritta nelle piu' diverse lingue ma non per questo meno italiana. Finora la politica culturale dell'Italia si e' imperniata nel diffondere la cultura italiana nel mondo, ora e' arrivata l'ora di fare altrettanto nel senso contrario. Sarebbe bello vedere collane di opere di italiani all'estero nei cataloghi dei nostri editori letterari e musicali, mostre dedicate agli artisti italiani all'estero. Dovremmo parlare, quindi, di itanialita'. Sarebbe bello che i nostri nipoti potessero un giorno avere fra le mani a scuola storie della letteratura, dell'arte, della musica, del cinema, dove accanto agli autori nostrani ci fossero i connazionali che hanno messo molto in alto il nome dell'Italia in tutto il mondo.
Cesar Bruno , cesarbruno@libero.it
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/07-11-01/08.spm