4 Comunicati Stampa
«La giusta politica del taglio dei costi del funzionamento delle istituzioni giustifica veramente il ridimensionamento dei Consigli Comunali e la soppressione di fatto di gran parte delle Comunità Montane? Non sono convinto che sia utile partire da questi ridimensionamenti che finiranno per indebolire la democrazia dal basso e l'autogoverno del territorio. Semmai è vero l'esatto opposto: maggiore potere ai Comuni, più compiti e funzioni; maggiori risorse, competenze e deleghe alle Comunità Montane che non possono rimanere così come sono, ma non possono nemmeno essere mortificate e di fatto eliminate». Laratta difende insomma quelle «istituzioni locali che svolgono un compito capillare di difesa e governo dei territori».
2°
“Contro l'arroganza di Berlusconi e del centro-destra; contro la spallata antidemocratica ad un Governo legittimo e democratico; in difesa delle prerogative del Capo dello Stato e a favore degli interessi del Paese che non può permettersi nuove elezioni che gli italiani pagherebbero amaramente, il Partito Democratico promuova 8000 iniziative pubbliche, una per ogni comune d'Italia, in difesa del Governo, del Parlamento eletto dai cittadini, a favore degli italiani che sono stanchi di questi toni, di tanta arroganza e di tutta la prepotenza di una destra che, al governo per 5 anni, ci ha consegnato un Paese dissestato e in ginocchio. Ora che i conti pubblici sono a posto, l'economia in ripresa, con le nuove misure a favore delle classe deboli, dei lavoratori e delle imprese che stanno segnando la tanto attesa svolta, non possiamo permettere a Berlusconi di mettere di nuovo in ginocchio l'Italia. Il centro-sinistra reagisca, i ministri la smettano di litigare, Prodi vada avanti con forza e determinazione.
Anche con un solo voto di scarto al Senato, il Paese può e deve essere governato”
3°
L’on. Franco Laratta, insieme ad altri 10 parlamentari, solleva il caso di Paolo Gradini, 48 enne, di Roma, invalido civile che dopo 8 anni, è stato licenziato in tronco dalla sua Azienda, – la Siemens Informatica perché al rientro da una vacanza estiva in Thailandia ha portato in dono ad alcuni suoi colleghi alcuni gadget, qualche souvenir, una spilla, un asciugamano, 3 orologi dall’infimo valore di € 10 circa.
Paolo Grandini oggi vive solo e disperato, senza lavoro. Minaccia gesti eclatanti.
L’on Laratta e altri parlamentari interrogano il Ministro del Lavoro.
Premesso che
IL sig. Paolo Gradini, 48 enne, di Roma, invalido civile, nel settembre 2005, dopo 8 anni, è stato licenziato in tronco dalla sua Azienda, – la Siemens Informatica, sede centrale a Milano, filiale dove operava il lavoratore, in via del Maggiolino n. 163, a Roma, oggi trasferitasi in zona Eur-Parco dei Principi – perché, incredibile ma purtroppo vero, al ritorno di una vacanza estiva in Thailandia (agosto 2005) ha mostrato e portato in dono ad alcuni suoi colleghi – come di consuetudine quando si va in vacanza – dei gadget acquistati nel paese asiatico. Si trattava, come i testimoni confermano, di qualche souvenir, una spilla, un asciugamano, 3 orologi dall’infimo valore di € 10 circa.
Con sua enorme sorpresa, dopo circa due settimane dal rientro, il sig. Gradini si è visto recapitare una contestazione disciplinare dell'Azienda, con la quale si evidenziava che lo stesso avrebbe esercitato in azienda un’altra attività e cioè avrebbe venduto i suddetti gadget ai colleghi in azienda. Allo stesso veniva intimato di rispondere entro il termine di gg 5 dalla data contestazione.
Trascorsi i 5 giorni, il sig Gradini è stato chiamato dall'ufficio del personale e con suo enorme stupore gli è stato comunicato che sarebbe stato licenziato in tronco! (la data è del 30 sett. 2005)
Allo stesso è stato richiesto di firmare una lettera di licenziamento. Sembrando tutto così assurdo, l’incredulo dipendente, per precauzione, ha chiesto che la stessa gli venisse recapitata per raccomandata al suo indirizzo privato.
Non avendo ricevuto alcuna raccomandata, il lunedì successivo lo stesso si è recato normalmente al lavoro, ma il responsabile della sede (il sig. Davì) gli ha negato l'accesso in azienda.
Tornando a casa, il sig. Gradini si è recato alla stazione dei Carabinieri di Cinecittà, in Roma, ed ha presentato un esposto per denunciare che gli era stato negato l'accesso al lavoro, nonostante non avesse ricevuto alcuna lettera di licenziamento.
In seguito a questa denuncia il lavoratore è ricorso poi al giudice del Lavoro cercando di dimostrare come gli addebiti mossi a suo carico da parte dell’azienda fossero inesistenti. Addirittura da parte della Siemens gli viene attribuita la presenza in ufficio il 22 agosto del 2005, (giorno in cui Gradini avrebbe svolto “altra attività”), quando ha potuto dimostrare, invece, che egli era rientrato solo dal 29 agosto. Elemento ricavato dai timbri di rientro apposti sul passaporto e messo agli atti dal giudice. In sede di concializione il lavoratore ha deciso di essere reintegrato rifiutando una somma di denaro che, viste le sue condizioni fisiche e sociali, non gli avrebbero consentito di vivere. In tre udienze diverse (aprile, giugno e luglio 2007) il Gradini assiste alle sedute nella speranza di vedere reintegrata la sua posizione in azienda, ma il giudice, dottoressa Falato, il 12 ottobre 2007, ha rigettato il ricorso condannandolo a pagare addirittura le spese legali per un ammontare di euro 1.720. Così per il signor Gradini, al danno subito si è aggiunta la beffa.
Sono passati due anni da quando il sig. Gradini ha perso il posto di lavoro e ad oggi non si conosce ancora la motivazione vera del suo licenziamento, dal momento che la presunta “altra attività” non è stata discussa né presa in esame durante le udienze.
Oggi il signor Gradini vive in una condizione economica e psicofisica drammatica (aggravata anche dalla sua invalidità civile), poiché è stato ferito nella sua dignità e nella sua onorabilità di uomo e di lavoratore, oltreché, naturalmente, per aver perso il suo lavoro che ha sempre svolto onestamente tanto nel rispetto dei ruoli quanto, soprattutto, nel rispetto degli altri.
Resta il dato paradossale e assurdo che un lavoratore al ritorno di una vacanza venga licenziato dopo otto lunghi anni senza giusta causa, bensì con la scusante di “vendere” ai colleghi pochi gadget e souvenir acquistati durante il viaggio, quasi fosse un contrabbandiere. Una motivazione inconcepibile che lascia molti dubbi sulla reale volontà dell’azienda, che potrebbe essere quella di allontanare, indi discriminare, un invalido civile assunto con le liste di collocamento otto anni prima.
Per sapere dal signor ministro in indirizzo
se tutto quanto in premessa sia avvenuto nel rispetto dei diritti del lavoratore, se non siano state violate le norme in materia di Lavoro e cosa si intende fare perché il diritto al lavoro venga garantito ad un cittadino che non ha violato alcuna norma di legge né alcun regolamento interno, non avendo compiuto alcun atto che danneggi la sua azienda né lede la sua immagine e credibilità all’esterno.
Quali urgenti iniziative intende assumere – alla luce delle gravi difficoltà economiche e psicofisiche del lavoratore-invalido che non percepisce un salario da due anni – per sollecitare il reintegro immediato del sig. Gradini presso l’azienda citata, con il conseguente risarcimento economico del periodo pregresso, nonché quello dei danni morali e materiali.
4°
Laratta (Ulivo): Aiuti e incentivi dello Stato alle imprese che aumentano le buste paghe dei dipendenti
Il parlamentare dell'Ulivo, on. Franco Laratta, membro della Commissione Lavoro della Camera, ha annunciato che insieme a diversi colleghi parlamentari ha elaborato una proposta finalizzata a sostenere quelle imprese che incrementeranno gli stipendi dei lavoratori, come ha fatto il sig. Enzo Rossi con i dipendenti del suo pastificio ai quali ha aumentato di 100 euro mensili lo stipendio. Per il deputato Franco Laratta: “Lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali, possono favorire quelle piccole e medie imprese che aumenteranno immediatamente le buste paghe dei propri dipendenti. Si tratta di incentivi, detrazioni, riduzione di tasse e sconti per i costi dei servizi che Stato, Regioni e Enti Locali possono applicare nelle diverse forme possibili. L'obiettivo deve essere chiaro: premiare le imprese che aiutano i lavoratori e danno loro aumenti determinati e chiari nella busta paga. Ma va ricordato che il Governo, con il cuneo fiscale è già intervenuto lo scorso anno a favore delle imprese, che hanno potuto usufruire di sconti fiscali importanti. Così pure con il nuovo contratto dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che ha dato loro 100 euro mensili in più in busta paga. Ora bisogna guardare a tutti quei lavoratori che hanno reddito da fame, che non arrivano più a fine mese, che hanno visto dimezzarsi il potere di acquisto e quindi valore del loro stipendio. Così non si può andare avanti. L'esempio dell'impresa del sig. Rossi è esemplare: aumentare lo stipendio dei lavoratori si può e si deve. Ma anche lo Stato e gli Enti locali devono fare la loro parte. Il sostegno a queste imprese può innescare un meccanismo positivo e favorire la ripresa dei consumi, dando comunque una boccata di ossigeno a milioni di famiglie”