Le Acli rappresentano, fin dalla loro nascita, una ricchezza per tutto il Paese; una realtà che ha riscosso, immediatamente, ampio consenso sia per la concretezza delle iniziative, sia per la capacità di creare una rete di servizi e rapporti che investe la società a tutti i livelli.
Una realtà che non poteva non rivolgersi anche agli italiani all’estero. Già lo scorso anno le Acli hanno celebrato i 60 anni dall’istituzione del Servizio per l’emigrazione delle Acli, ed oggi si preparano a ricordare i 50 anni di attività tra i connazionali in Canada. Sono doppiamente felice di partecipare all’incontro con la comunità italiana di Montreal il prossimo 19 ottobre, sia per il mio profondo attaccamento all’associazionismo italiano all’estero, sia per la mia lunga militanza nelle Acli.
Le ricorrenze rappresentano un momento non solo di celebrazione, ma anche di riflessione sull’azione passata e sugli impegni futuri. Per quanto riguarda le Acli, la riflessione non può fare a meno di valorizzare l’insegnamento che ci viene proprio dai nostri emigrati; un fenomeno antico, quello delle migrazioni, ma sempre attuale in un mondo che stenta a trovare un equilibrio tra risorse e uomini. Oggi come un secolo fa, i lavoratori di ogni Paese cercano altrove un futuro che non offenda la dignità della persona. E’ questa la motivazione che ha spinto tanti connazionali a lasciare l’Italia per andare in Canada, così come in altri Paesi, ed in ogni Paese hanno potuto contare sulla presenza dei Patronati che hanno rappresentato un valido punto di riferimento, uno dei primi, che concretamente ha contribuito ad agevolare l’integrazione e l’affermazione delle comunità italiane.
Oggi i momenti duri dell’arrivo sono un ricordo lontano, i problemi legati alla lingua sono stati superati da tempo, e anche a livello professionale gli italiani hanno raggiunto traguardi di grande prestigio. E non pensiamo solo a coloro ormai alle vette di organizzazioni di caratura internazionale, ma a tutte quelle persone che magari nell’anonimato ricoprono ruoli-chiave nei vari settori della società e che con cognomi italiani hanno reso grande questo Paese.
Come Segretario generale del CGIE, ho avuto modo di visitare in passato molte comunità, e come ama ricordare uno dei Presidenti più amati delle Acli, Luigi Bobba, “ovunque trovate un simbolo o una bandiera delle ACLI, sappiate che sono nostri amici.”
Ne ho incontrati tanti di uffici con la bandiera delle Acli, ed il 20 ottobre, proprio in Canada, a Laval, parteciperò, insieme al Presidente Andrea Olivero, all’inaugurazione di un’altra sede del Patronato Acli.
Sono convinto che aprire altre sedi significa anche offrire più attenzione ai giovani, affiancandoli nelle spesso complicate pratiche per la cittadinanza; attivando iniziative che aiutino a non lasciare a se stesso questo importante patrimonio, come i corsi di lingua italiana e ancor di più i corsi di formazione professionale.
Una inaugurazione e una nuova attenzione verso i giovani a dimostrazione che il ruolo del Patronato, ancora oggi, è di grande rilevanza per i connazionali: una realtà in grado di offrire anche risposte puntuali ed efficaci alle nostre comunità, oggi come 50 anni fa.