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Uomini e numeri

Intervento dell'On. Razzi all'Assemblea dell'Unione Interparlamentare, riunitasi a
Ginevra il 9 ottobre, sulle politiche per i lavoratori emigrati, xenofobia e diritti umani

Desidero intervenire su un argomento oggetto della prossima Assemblea, che si terrà nell’Aprile 2008 a Città del Capo: quello relativo ai lavoratori emigranti.
Brevemente vorrei trasmettervi alcune considerazioni che partono dalla mia esperienza.
Oggi siamo di fronte ad una mobilità degli uomini che determina non pochi problemi.
L’aumento del senso di insicurezza delle nostre società si lega, spesso, alla presenza di una forte mobilità sociale, a volte regolare, a volte irregolare.
I Parlamenti devono fare i conti con fenomeni nuovi e di dimensioni enormi, urgono politiche integrate che stimolino collaborazioni e dialoghi tra i Paesi.
Le nostre società non possono affrontare in solitudine i fenomeni dei flussi migratori.
La solitudine porta all’egoismo ed all’inevitabile chiusura, che spesso diventa il comodo alibi per non voler affrontare i problemi.
Dobbiamo essere consapevoli che la migrazione dei popoli è connessa alla loro stessa esistenza.
La necessità di spostarsi è sempre più una necessità vitale per vaste fasce di popolazione del pianeta.
Abbiamo un bivio di fronte al quale procedere a scelte.
Le politiche che dobbiamo discutere ed intraprendere hanno, a mio parere, due strade e due fondamenti: possono essere politiche fondate sui numeri o sugli uomini.
Uomini o numeri… su questo ci ritroviamo a decidere.
Io sono arrivato in questo paese 41 anni fa ed ero un numero, un numero di cui questo paese aveva necessità.
Un numero utile e necessario all’economia, allo sviluppo del benessere.
Un numero che ha subito dimostrato la sua umanità.
Vi era un detto circolante nella cultura dell’epoca: “Aspettavamo braccia, sono arrivati uomini”.
Oggi credo che tutti noi dobbiamo misurarci con una necessità: guardare ai numeri, ma pensare, soprattutto, agli uomini.
Allora soltanto saremo in grado di affrontare i problemi con la necessaria serietà.
Pensare agli uomini ed intraprendere politiche per essi.
Lasciare che i numeri restino negli incubi della nostra storia.
Tatuaggi tristi ed insensati, frutto del delirio umano che pur esiste.
Se partiamo così, pensando prima agli uomini, se partiamo dal cuore, se cerchiamo di capire prima l’umanità che vaga in cerca di un luogo che possa, un giorno, chiamarsi casa, allora saremo in grado di guardare meglio, e con più efficacia, ai numeri.
Senza spaventarci, ma con lo sguardo dell’uomo che guarda un altro uomo.
Senza timori e paure, perché tra uomini ci si intende sempre, prima o poi.
Perché quando gli uomini smettono di essere numeri, una soluzione, insieme, la trovano sempre.

On. Antonio Razzi

Il Presidente dell'Unione Interparlamentare,
Pierferdinando Casini, l'Onorevole Antonio Razzi
e Christine Egerszegi-Obrist, Presidente del Consiglio
nazionale elvetico, insieme a Ginevra durante i
lavori dell'Unione interparlamentare

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