«Co te sì invità , bussa coi piè»

“Fratei, forza al remo, demoghe addosso!”. Correva l’anno 1571 e sulla striscia di mare tra Lepanto e Patrasso, si scontrarono la flotta cristiana e la flotta ottomana. I “crociati” ottennero una strepitosa vittoria che non fu sfruttata dagli alleati, veneziani, genovesi, maltesi, spagnoli e savoiardi, per arrestare definitivamente l’avanzata dell’orda turca. Il trattato di pace venne firmato nel 1573. Due anni dopo, il Senato di Venezia approvava la proposta di creare uno spazio riservato ai turchi “come quello che hanno gli ebrei nel loro ghetto”.
Quella del Senato fu una scelta di tolleranza, o una scelta di convenienza? La risposta sta nel vecchio adagio che dice: prima veneziani e poi cristiani. Ma allora, quella battaglia fu una crociata contro l’infedele? Anche se la flotta ebbe la benedizione di Pio V, quella fu una battaglia voluta dall’occidente per tenere aperte le vie commerciali con l’oriente, minacciate dalla caduta di Cipro. La lettura che invece ne ha dato il professor Toni Hazdidimitriu è stata leggermente “diversa”. Invitato a Nafpaktos (Lepanto per noi italiani) per le commemorazioni della battaglia, il professore ci ha spiegato che è stata il prodromo dello scontro tra civiltà, tra mondo cristiano e mondo mussulmano. Mentre, nel corso della ricostruzione, avvenuta nel bellissimo porticciolo, la voce fuori campo ha parlato dell’orgoglio ellenico nella battaglia che ha fermato l’avanzata dei “turchi” verso l’Europa cristiana.
L’idea della commemorazione è venuta al giovane sindaco, Thanassis Papathanasiu, il quale è riuscito a coinvolgere gli ambasciatori dei paesi che presero parte alla battaglia e ad organizzare, con l’aiuto di Nikos Kithiroglu, una tre giorni ricca di avvenimenti. I più rumorosi sono stati i veneziani che hanno partecipato con una folta delegazione con alla testa il “doge” Doge, con i Procuratori, gli Araldi, i Fanti '”da mar e de tera”, la Dogaressa e le sue dame di compagnia. Ha fatto mostra di sé anche il “gondolone”, mosso da otto vogatori, che è entrato nel porticciolo nel momento topico della manifestazione. «Co te sì invità, bussa coi piè», avrà pensato l’ambasciatore Gianpaolo Scarante, veneziano, che ha portato a Nafpaktos un assaggio di storia lagunare. L’appuntamento è per l’anno prossimo, sicuramente con un programma più nutrito.

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