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Sì al voto anticipato. Perché

Si intuisce il motivo per cui Silvio Berlusconi negli ultimi interventi pubblici, ha voluto prescisare la strada che può e deve portarci al voto anticipato. Un voto contro qualunque ipotesi di governo tecnico, che faccia coincidere l’esasperazione della gente contro l’attuale governo, con la voglia di rivincita della grande maggioranza degli italiani, tenuta sotto scacco da oltre un anno dalla sinistra. Contro questo progetto tuttavia, giocano varie forze: Prodi e la sua sgangherata coalizione, oltre a forze meno visibili e comunque meno esplicite. Ci riferiamo a Veltroni ed anche al Capo dello Stato perché entrambi, su piani diversi, possono avere la tentazione di allungare la partita a vantaggio di chi è al potere…
Veltroni si distingue per dire tutto e il suo contrario, mentre la stampa che lo acclama tende a proteggere le sue ambiguità con l’alibi della nascita del Partito Democratico del 14 ottobre, praticamente come dire: vedrete il vero Walter solo dopo l’incoronazione a capo del Partito Democratico! Quasi che lo stare a cavallo tra la sinistra radicale ed i riformisti che lo hanno voluto con largo anticipo al centro della scena, fosse un dettaglio trascurabile. Ma anche Veltroni sa bene che la sfiducia nei confronti del governo ha finito per propagarsi anche nei confronti del nuovo Partito Democratico, che appare sempre più come l’assemblaggio della sinistra democristiana e dell’apparato del vecchio partito comunista, piuttosto che la nascita di una forza nuova e di una fusione delle vecchie appartenenze politiche.
E’ una fusione a freddo e come tale la nascita del Partito Democratico ha prodotto sia una scissione a sinistra, che una ancora più significativa spaccatura al centro, con la decisione di Lamberto Dini di formare un gruppo politico liberaldemocratico.
Veltroni può quindi volere il voto anticipato a breve predisponendosi a sicura sconfitta? E’ lecito dubitarne ed è altrettanto chiaro, in questo caso, che farebbe di tutto per ritardare il voto. L’ipotesi che scelga di correre (e perdere) e stare fermi un giro per ridisegnare il bipolarismo italiano grazie ad un nuovo governo Berlusconi, pare alquanto improbabile.
Quanto al Capo dello Stato, è ancora l’unico non intaccato dalla polemica su partiti e istituzioni, sui costi della politica e del Palazzo, l’unico che potrebbe mettersi di traverso in extremis di fronte all’esigenza del voto immediato dopo la caduta di Prodi. Il Quirinale per ora tace: forse perchè non sarebbe utile rivelare adesso agli italiani, che il crollo del governo potrebbe non condurre direttamente al voto. Nelle prossime settimane potrebbe partire una campagna ben orchestrata dalla sinistra, per dimostrare come gli italiani pur stanchi di Prodi, non abbiano intenzione di mettersi nelle mani del centrodestra e del suo leader, preferendo magari un tecnico di decantazione o qualche pasticciaccio simile, magari supportati da sondaggi preconfezionati, nei quali la fine politica di Prodi non coinciderebbe con una chiamata alle urne dall’esito scontato. D’altronde non possiamo dimenticare come sul Colle, l’ultimo inquilino, sia arrivato con i voti di una parte sola…
E’ importante quindi che l’intero centrodestra sia oggi unito, senza lasciare Berlusconi solo, nell’impegno del voto ravvicinato. O saremo tutti insieme a sottoscrivere le tappe imminenti o sarà inevitabile il vantaggio di chi ha interesse a tardare il verdetto del popolo, per guadagnare tempo a spese del Paese. Ed inoltre Forza Italia ha il sole in tasca, come ricorda spesso Berlusconi. La sua crescente popolarità, i consensi che derivano a Forza Italia, il fossato che ormai separa la Casa delle Libertà dalla maggioranza di governo, la caduta ai minimi storici della fiducia nei confronti del governo Prodi, testimoniano di una crisi irreversibile dell’esperienza di governo della sinistra, a poco più di un anno dalle elezioni.
Una crisi insanabile e definitiva, derivante da contrasti inconciliabili fra forze politiche che hanno programmi e progetti politici radicalmente diversi. La crisi del governo e la rinnovata fiducia attribuita al leader dell’opposizione, tuttavia, non derivano solo dagli evidenti e innegabili demeriti dell’attuale compagine governativa, ma anche dalla luce nuova – una luce di maggiore verità – con la quale viene valutata ora la passata esperienza positiva del governo Berlusconi.
L’irresponsabile opposizione condotta dalla sinistra durante la passata legislatura e la delusione per la prova fallimentare offerta da un anno a questa parte, spiegano il sentimento della maggioranza dei cittadini di essere stati ingannati dalla sinistra, sia quando era all’opposizione sia ora al governo.
E gli inganni non hanno mai vita lunga……

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