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La tattica iraniana di Bush all’Onu

U.S.A. ANALISI POLITICA

RO PUCCI
Direttore Info USA Magazine

La tattica iraniana di Bush all’Onu
Il presidente americano ha preferito lasciare da parte l’Iran

HOUSTON, TEXAS – Sembra che il discorso del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla Columbia University abbia fatto scuola. Oggi, infatti, il capo della Casa Bianca alla riunione annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha evitato scrupolosamente d’impostare il suo intervento in chiave antiraniana ed ha annunciato invece le nuove sanzione degli Stati Uniti nei confronti del regime di Burma, accusato di gravi violazioni dei diritti umani.
Bush ha pero’ accennato anche ad una necessità delle nazioni di creare una rete per lo scambio d’intelligence sulle reti terroristiche, ha reiterato il concetto espresso già altre volte che occorre liberare il mondo dai regimi oppressivi e liberticidi come quello di Burma, del Sudan e di Cuba, favorendo il libero pensiero e la libertà dei popoli e che questi dovranno essere pure aiutati nella loro lotta contro la fame e le malattie.
Il presidente americano ha precisato che adesso più della metà degli aiuti alimentari forniti ai paesi più poveri sono offerti dagli Stati Uniti e che questi assieme alle altre nazioni s’impegneranno pure per sconfiggere l’AIDS e la malaria che mietono numerosissime vittime in alcune nazione in via di sviluppo.
La lotta alla malaria, ha rilevato in special modo Bush, dev’essere portata avanti con risolutezza perché si tratta di una malattia che è curabile e prevenibile.
Altro obiettivo che gli USA ed i partners delle Nazioni Unite si proporranno sara’ quello di rompere le catene dell’analfabetismo.
Per ciò che riguarda l’economia si dovrà promuovere la libertà economica, il libero mercato e gli investimenti che, secondo il presidente, riescono a sollevare i popoli dalla povertà.
Gli USA continueranno ad instaurare accordi commerciali con nuovi paesi tra i quali anche la Corea del Nord, affrontando il problema della sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Bush ha terminato auspicando una riforma dell’ONU affinché diventino un organismo “forte e vibrante”.
Secondo il capo della Casa Bianca, si dovrà riformare specialmente il Comitato per i Diritti Umani con l’ammissione di nuovi membri tra i quali il Giappone che è certamente qualificato per questo suo nuovo incarico.
Il discorso d’oggi, in effetti, ha assunto i contorni di una risposta alle critiche che in questi giorni erano piovute sugli Stati Uniti e sull’amministrazione repubblicana del presidente Bush da parte tanto del Papa che del presidente iraniano.
Bush ha voluto mostrare che un paese capitalista può avere pure un volto umano e lo ha fatto non solo facendo piani e promesse d’aiuto ai poveri della terra ma dando pure le cifre dell’aiuto economico ed umanitario della superpotenza americana.
Intanto s’e’ appreso che il presidente del Venezuela Hugo Chavez che, proprio alle Nazione Unite e nel corso di un discorso-esorcismo, aveva chiamato Bush, Satana, “el diablo” non verrà a New York. Chavez non ha fornito spiegazioni sul motivo di questa sua decisione ma si sa che ha già in programma un incontro col presidente iraniano Ahmadinejad col quale ha in comune interessi che, evidentemente, vanno oltre quelli semplicemente legati alle politiche energetiche.

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