LA CRITICA DEL PAPA AL CAPITALISMO SELVAGGIO
Il grande dilemma dei cattolici che vivono negli stati capitalisti
HOUSTON, TEXAS – Questa domenica 23 Settembre dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo il Pontefice Benedetto XVI, citando l'enciclica sociale di Giovanni Paolo II “Centesimus Annus”, ha espresso la sua critica netta e senza possibilità d’equivoci verso il sistema capitalistico applicato nelle forme più disumane e più estreme. Ratzinger faceva riferimento, evidentemente, al noto principio filosofico noto come la “confusione fra il fine ed il mezzo” che stabilisce che se il denaro è messo da parte e ricercato per le necessità basilari della vita è un mezzo accettabile per il conseguimento di sicurezza e sviluppo se, invece, finisce per diventare una cupidigia priva di limiti e non si cura di causare vittime tra i ceti più deboli e gravi danni all’ecosistema, si può dire allora che da mezzo si e’ trasformato in un fine. Il Pontefice che ha identificato persino nel demonio l’accumulo di beni materiali, citando il passo della Bibbia in cui si dice che non si possono servire due padroni, ha pero’ anche chiarito che la “… logica del profitto e quella dell’equa distribuzione dei beni, non sono in contraddizione l’una con l’altra, purché il loro rapporto sia bene ordinata”. Il Papa ha espresso la sua opinione secondo la quale nelle nazioni dove si pratica il capitalismo selvaggio finisce per mancare la libertà di chi lavora perché questi diventa uno strumento nelle mani di datori di lavoro che si curano solo di realizzare il massimo profitto.
Nel mondo poi, il nord ed il sud del pianeta sono caratterizzati da una situazione altrettanto evidente di sperequazione e di disuguaglianza tanto di sviluppo che di ricchezza. Per questo motivo il Pontefice ha esortato i cristiani ad usare con generosa solidarietà evangelica i beni terreni, ed ha auspicato che i governanti e agli economisti adottino strategie lungimiranti che realizzino il progresso dei popoli della terra.
Ratzinger, col suo intervento, non ha condannato in blocco il capitalismo in tutte le sue forme ha affermato, infatti, che “…la moderna economia d'impresa comporta aspetti positivi, la cui radice è la libertà della persona, che si esprime in campo economico come in tanti altri campi”.
Adesso, dopo questa presa di posizione del leader religioso di una delle religioni piu’ diffuse sulla terra, sarà interessante vedere come i cattolici di nazioni ad economia del tipo capitalistico più avanzato e sciolto da molti scrupoli etici riusciranno a conciliare la loro fedeltà tanto in campo civile che in quello religioso. Si troveranno, in effetti, davvero al bivio dovendo scegliere uno dei due padroni ai quali si faceva riferimenti nel brano biblico e nel quale Mammona, il polo opposto a Dio, era in effetti la divinita’ pagana di quei grandi capitalisti del passato quali furono appunto i Fenici. Intanto qui, negli Stati Uniti, l’arrivo massiccio di popolazioni di religione prevalentemente cattolica come gli Ispanici sta cambiando lentamente il volto di una paese in maggioranza protestante, nato da un gruppo di perseguitati religiosi, per i quali lo spirito imprenditoriale era strettamente legato ai dettami religiosi dei calvinisti che vedevano nell’uomo di successo il prediletto da Dio. E’ quindi possibile ipotizzare che questo fenomeno non sarà certamente senza conseguenze anche per il fatto che i nuovo arrivati, tanto in modo legale che clandestino, verrano ad ingrossare le fila di coloro che desiderano migliorare la propria condizione economica senza per questo dover rinunciare alle proprie ideologie religiose ed alla propria dignità di esseri umani e di lavoratori.
RO PUCCI
Direttore di Info USA magazine