Un sistema elettorale più solido del nostro

Questa è una lezione. La “caotica” Grecia si regge su un sistema democratico molto solido, molto più solido del nostro. La nuova legge elettorale ha deciso di assegnare al primo partito 152 deputati, per cui, secondo un ragionamento “all’italiana”, il governo Karamanlis è un governo “debole”. Nulla di più errato. 152 deputati di Nuova Democrazia siedono in Parlamento e 152 saranno i voti favorevoli al governo. Ad Atene non conoscono la parola “trasformismo”. Quel politico che esce dal partito, sia esso ND o Pasok, e fonda un nuovo partito è destinato a scomparire: non gli permette la sopravvivenza sia la soglia di sbarramento del 3% sia l’opinione pubblica. Jorgos Papandreu, leader dei socialisti, ha perso le elezioni. Nella stessa serata di domenica ha chiesto al partito il rinnovo della fiducia e si sta preparando a confrontarsi con un avversario, Evanghelos Venizelos. È quasi certo che sarà quest’ultimo ad essere eletto nuovo presidente del partito. La stessa prassi era avvenuta per Nuova Democrazia quando venne eletto Kostas Karamanlis, dopo la sconfitta del 1996.

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