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Il Grillo rosso contro la sinistra

Beppe Grillo, che dobbiamo ricordare e’ un altro dei frutti dell’attuale malgoverno, ha annunciato la fondazione dell'ennesimo partitino, il suo, che e’ bene ricordare sara’ il trentaduesimo nel panorama politico italiano e non mi sembra una notizia esaltante per gli italiani.
Dal palco della Festa dell'Unità, il partito-padre della sinistra al quale era stato invitato, lo ha annunciato prima facendo ridere a crepapelle l’elettorato del futuro Partito democratico profondamente deluso dalla prova offerta dall’attuale governo Prodi e quindi cominciando a tirare fendenti contro tutti, ma centrando il suo obiettivo in particolare su Prodi, Fassino, D’Alema e compagni vari. Ed infatti la sinistra fiuta il “pericolo Grillo” e reagisce con uno sbandamento generale: chi lo cavalca e chi lo demonizza, ma la maggior parte, con imbarazzo, non sa che pesci prendere e resta in mezzo al guado: “intercetta la voglia di cambiamento” (Gentiloni) ma “sono inaccettabili le denigrazioni populistiche contro i partiti e la politica” (Fassino).
Il gonfio ( …ma sta bene? ) comico genovese ha affidato al suo blog il passo avanti della “V-generation”: dalla protesta alla proposta, e nei piani di Grillo dopo il V-day dunque, la parola passa ai cittadini. I cittadini, ha sentenziato il novello santone dell'antipolitica, devono entrare in politica direttamente, per la loro tutela e per quella dei loro figli. E’ una storia gia’ vista: L'antipolitica che entra in politica, e’ già successo, ad esempio con Guglielmo Giannini nel secondo dopoguerra con il suo Uomo Qualunque.
Ma il mondo di internet, variegato e composito, che ha alimentato il mito qualunquista di Beppe Grillo, è difficilmente omologabile alla politica, la sua forza è di essere borderline e il passaggio dalla protesta alla proposta rischia di far implodere quest'altra gioiosa macchina da guerra. Per i sondaggisti, il partito che nasce con lo scopo di distruggere i partiti può portare in dote a Grillo un 2,5% a livello nazionale sull'onda antipolitica ed i sondaggi confermano semplicemente quello che già si sapeva: la protesta di Grillo colpisce soprattutto la sinistra e scalfisce appena il centrodestra, perché è figlia dello spettacolo offerto dall’Unione in questo anno e mezzo di legislatura. E’ figlio delle sue inefficienze, delle sue liti da cortile, del suo costante arraffare poltrone, dell’ossessione di cancellare le riforme del centrodestra e dell’incapacità di fare le proprie, della volontà di questo governo di restare attaccato al potere contro la volontà della maggioranza degli italiani e dopo aver perso anche il consenso di gran parte dei suoi elettori.
Bertinotti conferma preoccupato che il fenomeno Grillo “colma i vuoti della politica”. Ma forse sarebbe il caso di andare oltre: con una serena e onesta confessione sulle responsabilità di un governo che, proprio per l’assenza di politica, a questa esplosione di “antipolitica” ha fornito benzina. Un governo nato da una coalizione elettorale tenuta insieme solo dalla demonizzazione di Berlusconi e che è all’origine della attuale ed irreversibile crisi della sinistra.
Anche in questa ottica, se il centrodestra saprà ritornare e rimanere unito, mantenendo la barra dritta sulle risposte che i cittadini aspettano, l'effetto Grillo non li toccherà nemmeno marginalmente e la legge elettorale assume quindi un’importanza vitale, per incoraggiare la nascita di un bipolarismo sano.
Il fenomeno impersonato dal comico genovese, ricalca vicende già viste ma e’ comunque un fenomeno da non sottovalutare, destinato a intercettare in larga parte i malumori interni alla sinistra e riguardando prevalentemente l’elettorato di sinistra. Il centrodestra non e’ intimorito da questo novello Grillo parlante, perche’ la realtà è che l'astensionismo sta erodendo il bottino elettorale dell'Unione e Grillo strapperà alle sinistre un bel po' di elettori, poiché l'umore ormai diffuso del popolo di sinistra volge al brutto, andando verso la tempesta per il governo e per lo stesso Prodi.
In ogni caso il lungo percorso del Partito Democratico ha avuto un altro brusco stop: si e’ fermato all’autogrillo.

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